L>area attrezzata attrezzi), ad economie, infine, « derivanti dalla specializzazio,ne dei proc·essi in,dustriali, ·che possono realizzarsi negli scambi tra impiantj medi e piccoli ubicati nella stessa zona, anziché nell'ambito di singoli grandi impianti integrati » 2 • Questo complesso di economie di agglomerazio,ne 3 è essenziale per la sop,ravvivenza delle medie e piccole imprese. F11ori dell'ambiente che permette loro di ottenere a condizioni convenienti la vasta gamma di prodotti e di servizi necessari per una regolare ed efficiente produzione, tali in1prese sarebbero ,destinate al fallimento. E questo può far capire perché tale categoria d'aziende è tanto restìa ad abba·ndon·are le zone di maggiore concentrazione, e perché le aziende medie e piccole esistenti al di fuori di tali zone sono cosi . . . spesso 1n cr1s1. È probabile che i fattori agglomerativi fin qui descritti abbiano svolto u·n ruolo importante nella distribuzione geografica •dello sviluppo in1dustriale italiano. È noto come le zone che hanno registrato la più rapida crescita negli anni del boom siano alcune province venete, emiliane, lombarde e toscane, e come l'ampiezza prevalente d•elle nuove aziende nate in tale area sia picco,la o media. L'influenza esercitata dalla concentrazione industriale del Nord-Ovest si può dedurre dai caratteristici allineamenti dei comuni industrializzati del Veneto, dell'Emilia e della Toscana, lungo gli assi che si dipartono dal'1a Padania occidentale: lungo l'asse tra v.erona, Vicenza, Padovélr Venezia, Trieste, nel Veneto; l'asse Milano-Bologna-Rimini (ma un certo sviluppo s'incontra anche nel quadrilatero ParmaMantova-Ferrara-Bologna e nell'area compresa tra la via Emilia e Ravenna), in Emilia-Romagna; allo sbocco delle comunicazioni provenienti dal Nord, in Toscana 4. 2 LUIGI BRUNI, Aspetti strutturali delle industrie italiane, 1961, p. 58. 3 Riassumendo e integrando quanto già detto, le economie di agglomerazione possono suddividersi in economie; a) di scala, che dipendono dal volume complessivo raggiunto da una data attività; b) di localizzazione, dovute alla concentrazione in uno stesso sito di stabilimenti che svolgono attività sin1ilari; e) di urbanizzazione, che nascono quando attività diverse vengono esercitate in una stessa area. Spesso queste ultime economie sono strettamente collegate a processi di sviluppo regionale e possono essere propriamente designate come economie di urbanizzazione-regionalizzazione. Esistono naturalmente anche diseconomie di agglomerazione, come i crescenti costi dei suoli, la congestione del traffico automobilistico, etc. Ma tali diseconomie, che colpiscono in genere punti limitati del territorio, difficilmente bllanciano le economie di agglomerazione per la regione nel suo complesso. Cfr. W. IsARD, Methods of Regional Analysis: an Introduction to Regional Science. M.I.T. 1960, pp. 404-405; 526-527; 678. 4 Cfr. CALOGERMOuscARÀ, La geografia dello sviluppo, Milano 1967, pp. 123-130. 9 Bibli9tecaginobianco
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