La localizzazione degli investimenti lavoro (gli extragricoli) e, infine, alla qualificazione della stessa politica di espansione (aumentare l'efficienza e la capacità concorrenziale del sistema pro,duttivo italiano). Si do,veva, però, arrivare all'inizio degli anni '60 perché documenti come quelli citati e cl1e, in pratica, costituirono delle dichiarazioni programmatiche, significative ed orientative, ma non vincolanti per l'azio·ne di governo, si trasformassero in veri e propri programmi di azione economica, e perché le mete in essi indicate st1bissero quell'ulteriore specificazione indisp·ensabile ad una più concreta utilizzazione 01 perativa. Si doveva attendere il 1962 perché la riduzione degli squilibri fra Nord e Sud divenisse l'obiettivo principale della p•rogrammazione e il 1964-65 perché il disco,rso•, anche sotto la spinta della co·ngiuntura economica, s'alla~gasse ai più ampi squilibri terr1toriali, inglobando anche quelli settoriali. Si dovevano, infine, attendere le polemiche del 1967 sul gap manageriale e tecnologico, con il connesso battage pubblicitario, perché la percezione dell'importanza e della gravità di problemi di questo genere si este·ndesse dall'ambito dei tecnici e degli studiosi alla più ampia cerchia della classe politica e di una 01 pinione pubblica qualificata e responsabile. Da questo punto di vista, e considerando queste successive evoluzioni e qualificazio 1 ni che il concetto di programmazione è venuto acquistando, non sarà azzardato ritenere cl1e la politica di localizzazione degli investimenti in genere, e di quelli industriali in specie - se all'industria dovrà essere affida1to, come è necessario, un ruolo chiave nell'azione di ulterio 1 re sviluppo del paese - rappresenti il punto nodale dell'intero Programma eco1 nomico nazionale, lo strumento più incisivo per risolvere quei problemi di squilib·rio territoriale e settoriale il cui superamento, appunto, costituisce uno dei principali obiettivi del Programma stesso. La vitalità futura del nostro sistema produttivo, nel suo insieme, è legata alle scelte terriito•riali che verranno compiute nei prossimi anni. Da esse, infatti, dipenderà l'attenuarsi o l'acuirsi dei feno,meni di urbanizzazio.ne incontrollata di certe aree e di parallelo impoverimento demografico e socio-economico di certe altre, e delle conseguenti tensioni che si vengo1 no1 a creare nelle aree del primo tipo tra le strutture civili ivi esistenti e le esigenze cui tali strutture devono soddisfare, nonché delle disparità tra le risorse disponibili in tutto il territor_io nazionale e l'eccesso patologico di domanda che si determina in certi ris,tretti com·prenso•ri. L'acuirsi o l'attenuarsi di tali fenomeni e tensioni è in diretta funzione dello. sviluppo industriale interno delle singole regioni, sviluppo 109 ~ibiiotecaginobianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==