Giuseppe Di Vagno Non meno determinante dovrebbe essere la realizzazione del Polo di sviluppo pugliese, imperniato sulla creazione di importanti unità motrici 11el d~licato campo dell'industria meccanica, cioè in un campo ancora non sufficienten1ente sviluppato nel Mezzogiorno e nell'intero paese. Ed a questo proposito occorre assolutamente evitare il ripetersi in futuro di quei ritardi che s.i sono avuti nel passaggio del « Polo pugliese » da un disegno di possibilità teoriche ad un sistema di iniziative concretamente assumibili dalle forze imprenditoriali. Non bisognerà più ammettere altro che i disegni reali 1 stici, che dovranno rispettare i tempi e le modalità prestabiliti ed occorrerà condurre a buon fine il « Polo pugliese », malgrado le eventuali resistenze e deficienze tecnico-amministrative che dovessero ostare. Allo stesso modo ci si dovrà impegnare nello studio, nella promozione e nella realizzazione di un polo di sviluppo turistico nella regione calabrese, in maniera da consentire, in un periodo di tempo limitato, la predi,sposizione delle infrastrutture, delle attrezzature e dei servizi occorrenti. In guisa da garantire ad una larga parte della regione di trarre benefici effetti da una componente economica che, quale quella turistica, ha una crescente importanza in una economia moderna. E fra i progetti speciali non potranno non essere annoverati ar1che alcuni programmi da studiare e realizzare attraverso appositi organismi nelle zone che costituiscono sacche di piiì rilevante depressione nell'interno del Mezzogiorno. Superando artificiose di,stinzioni cli limiti di intervento, si dovranno approntare i mezzi perché le risorse pubbliche vengano destinate in via prioritaria anche al risollevamento di particolari situazio,ni in cui l'esistenza di un importante potenziale di lavoro e di risorse naturali tra loro combinati, consenta di rendere efficace un'azione di svilup·po che si trova oggi limitata dalla ristretta serie di strumenti disponibili. Conclitsione. - Se è vero che, con questa legge, si intende impedire ogni minimo rallentamento nell'azione dell'intervento nelle regioni meridionali, è anche vero, però, che essa ha senso solo e nella misura in cui così le direttive politiche fondamentali come gli strumenti operativi saranno modificati in funzione delle carenze esperite, delle esigenze riscontrate, della diffusa vo,lontà democratica •di innovamento e di parte- . . c1paz1one. I punti c1-ìtici della politica meridionalistica che richiedono modificazioni non marginali e che qui si so,no anticipati non esauriscono, né vogliono esaurire, l'intero problema dell'impostazione d'un meridiona1 isn10 degli anni '70. E ciò non a caso, in quanto• altre riflessioni, altri 94 Bibliotecaginobianco
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