Editoriale tali problen1i della riforma ttniversitaria · sono tali da non poter certo incontrare il consenso dei « baroni »; e tali da colpire dura1nente il potere dei « baroni ». Nella rinnovata università dipartimentale non dovrà, d'altra parte, essere consentito a nessuno- di detenere il monopolio di un insegnamento («la cattedra», il famigerato « istituto monocattedra »! ). Così come a nessilno - e questo è l'aspetto nuovo della «garanzia dell'ina,novibilità» e soprattittto della libertà di irtsegnanzento - potrà essere imposto, senza il suo co11senso, di svolgere i1n insegnamento diverso da quello che corrisponde ai suoi interessi ed alla sua personalità cultilrale. Infine - e qitesto è il proble111a che alcuni di noi hanno sentito come degno di it11 particolare impegr10 - gli accessi all'insegnamento superiore, da parte di chi si è formato e si forrnerà fuori degli alleva,nen.ti degli istituti e, doma11i, dei diparti111enti, devono risultare, nella nuova università dipartimentale, più aperti, rnolto più aperti, di quanto non lo siano nella università dei « baroni »: siamo convinti che le carriere irregolari sono spesso le più interess.anti e che dagli accessi laterali possono entrare nell'università uomini preziosi per l'università; sia1110convi11ti che l'itniversità tzon debba risentire, come finora ha risentito, di chiusure corporative. Fi-no a eh.e punto è corporativistica la tesi del cosiddetto « docente llnico »? È su questa tesi che si sono divise e scontrate le forze migliori dell'itniversità. Ed è certamente la preoccupazione anticorporativa, e non un atteggia111ento co-nservatore, che ha spinto uomini come Garosci, Venturi, Giugni, Rodotà (socialisti), La Penna e Cesa (comunisti) e tanti altri (de1nocristiarti, socialisti, repubblicani) a firmare il manifesto contro il « docente unico ». Così come non 'sono stati certamente intenti corporativistici a spingere uomini come Giorgio Spini e altri a fir1nare un nianifesto per il « docente unico ». Se 11epilò dedurre clze la tesi del « docente unico » presenta pericoli di degenerazione in senso corporativo e suggestioni in senso democratico. Ma se si pretende di giudicare il valore complessivo della rif arnia dalle concessioni che essa elargisce o non elargisce ai fautori della tesi del « docente unico », si fornisce a posteriori la. prova di quanto siano insidiosi i pericoli di degenerazione in senso corporativo di questa tesi. E si deve ammettere che molti fautori del « docente unico » hanno chiaramente din1ostrato di esserlo in un senso corporativistico, di avere itna visione angustamente corporativa della carriera universitaria . .Si è detto che resporzsabili o meritevoli del rifiuto della tesi del « docente unico » sono stati i repubblicani. Ed effettivamente i repitbblicani si sono battuti allo scoperto contro il « docente unico »: dopo es6 Bibiiotecaginobianco
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