Nord e Sud - anno XVI - n. 112 - aprile 1969

·' La pianificazione in Africa paese e fissando successivamente quelli quantitativi, sulla base delle analisi dei mezzi di finanziamento nel quadro contabile generale (caratterizzato dalla classica uguaglianza Consumi + Investimenti + Esportazioni == Consumi + Risparmio + Importazioni). Questi obiettivi sono poi distribuiti in sontoaggregati settoriali nei limiti imposti dalle possibilità di finanziamento e dalla presenza di progetti concreti e realizzabili. Seguono questo schema, la Costa d'Avorio, il Gabon, il S-enegal, il Camerun, il Madagascar, il Congo (Brazzaville), la Somalia, la Mauritania ed il Mali. Uno schen1a di tipo induttivo si attua invece pa!ìtendo dalla analisi dei bisogni al livello settoriale e confirontandoli successiva,mente co,n i mezzi disponibili e con lo studio delle conseguenze sul bilancio dello Stato e sulla sua bilancia dei pagamenti. Il potere centrale interviene, nel quadro di una armonizzazione a livello nazionale, ad operare le scelte dei set,tori che rivestono n1aggior interesse e a stabilire tra di essi le priorità di intervento, aggiudicando all'uopo le risorse disponibili. Seguono questo schema l'Alto Volta, il Niger, il Dahomey, il Togo, il Ciad, la Repubblica Centroafrica11a, il Ruanda. ESAME COl\llPARATIVO E CRITICO. Un esame comparativo dei piani menzio,nati, peraltro assai schematico, può essere effettuato alla luce di alcuni elementi fondamentali in essi contenuti, in particolare: a) gli obiettivi quantitativi che essi si prefiggono in materia di crescita globale e settoriale; b) gli investimenti necessari e la loro ripartizione; c) le fonti d'i fin.anziamento di qites ti inves tin1enti. a) Per gli obiettivi globali di crescita il confronto è agevole, giacché tutti i paesi con,si,derati hanno fissato (tranne la Somalia, per mancanza degli essenziali dati econo1nici) dei tassi annuali di crescita del Prodotto Nazionale Lordo --PNL-. Questi ta56i sono in media molto alti (9,2% la Ivlauritania, 8% il Mali, 7,7% la Costa d'Avo,rio etc.) e tutti superiori al 5%, ad eccezione di ,due paesi (Alto Volta e Dahomey) che lo hanno fis,sato al 4%. Questi obiettivi di crescita appaiono alquanto ottimistici se paragonati ai risultati effettivamente ottenuti nel periodo di a,p,p 1 licazione ,dei p1 rimi piani (generalmente 1960-65): durante tale periodo, i1nfatti, i tassi di crescita del PNL sono stati in media pi~ttosto bassi e tutti compresi tra il 2 ed il 3,8%, ad eccezione di soli tre paesi: la Maurit 1 ania (che ha conseguìto un aumento del 10%) il Gabon (8,6%) e la Costa d'Avorio (8%). Pur considerando che le difficoltà di mise en marche incontrate nei primi anni di attuazione sono state già 77 Sibiiotecaginobianco

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