Nord e Sud - anno XVI - n. 112 - aprile 1969

Francesco Caruso COME DEFINIRE QUESTI PIANI DI SVILUPPO? Si è detto che al1neno all'atto della loro nascita i piani in esame sono generalmente sforniti di precise etichette politiche. Ma se queste etichette si volessero assegnare, tenen,do conto del carattere socialista o meno, che rivestono nei vari piani le scelte economiche operate, le istituzio11i predisposte e le ip,01tesii di svi,lup1po adoittate, uti1izzan,do co,ngiuntamente tre indicatori quali: 1) il carattere i1nperativo o meno del piano, 2) l'accettazione o meno degli investimenti privati, 3) il grado di intensità delle misure di collettivizzazione, di inquadramento delle popolazioni agricole e di rip,artizione delle terre, potremmo tentare una classifica per ordine decresce11te di « contenuto socialista ». In un primo gruppo, saTebbero menzionabili il Mali e la Somalia, i cui piani, rifiutando l'investimento privato (al1neno in teoria, perché i11 pratica le politiche adottate si sono rivelate assai elastiche), si direbbero strutturati e realizzabili grazie ad istituzio11i e schemi tipicamente socialisti. In un secondo gruppo trovere1nmo la maggior p,arte dei paesi in esame: Congo (Brazzaville), Camerun, Dahomey, A,lto Volta, Madagascar, Mauritania, Niger, Repubblica Centroafricana, Ruanda, Senegal, Togo e Ciad. In un terzo gruppo, sempre seguen·do l'accennato criterio decrescente, tro1 verem,mo la Costa d'Avorio ed il Gabon. Se invece adottiamo, per l'esame di questi piani, un criterio puramente meto 1dologico, possiamo dire che, ad eccezione del Mali, il quale, come s'è detto, ha a·dottato una formula « rigida », tutti gli altri paesi hanno predisposto piani « elastici » negli 01 biettivi assegnati, ossia dotati di previsioni ed evoluzioni rivedibili in f~nzione dei risultati raggiu11ti; e ciò quasi automaticamente, dopo controlli periodici. Il Niger, in particolare, ha adottato una interessante formula di « pianificazione pluriennale permanente » secondo il criterio dell' « orizzonte mo,bile », per il quale gli obiettivi globali sono rivisti alla fine di ciascun anno di attuazione del piano, in funzione dei risultati acquisiti: che determinano, ovviamente, anche le nuove evoluzioni prevedibili per l'anno . successivo. Sempre sul piano metodologico, anche se con notevole esemplificazione, si può pervenire ad u.n'altra classificazione dei paesi co1 nsiderati in due gruppi, a seconda che il piano adottato sia del tipo deduttivo (o della pianificazione dall'alto) e cioè dagli aggregati nazionali a quelli settoriali, o del tipo induttivo (o della pianificazione dal basso) e cioè seco·rido il procedimento inverso. Chiariamo che uno schema di tipo dedu1ttivo si attua scegliendo prima gli obiettivi qualitativi generali della politica econo 1 mica del 76 Bibiiotecaginobianco

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