Antonio Nitto dei problemi di casa nostra, ha presentato un'interrogazione al Parlamento europeo, riferendosi ad un articolo a·pparso proprio su un giornale olan:dese, dal titolo molto significativo: L'Italia perirà della propria burocrazia; articolo in cui si segnala che in questi giorni sono stati iniziati, dopo più di 55 anni, i pagamenti delle indennità per i sinistri provocati dal terremoto di Avezzano ( 13 febbraio 1915). Ancora altre « amenità » sono riferite nella interrogazione del depùtato olandese, ma è inutile ripeterle perché le conosciamo abbastanza. O meglio, conosciamo fin trop•po bene la nostra burocrazia, per la cui riforma abb,iamo o,ggi il 19° Minist~o, il sen. Gatto, il quale a pochi gio1 rni dal suo insediamento ha n1ostrato di essersi reso conto che tale rifo1 rma è praticamente impossibile, percl1é esistono troppi interessi setto 1 riali che frenano• 01 gni e qt1alsiasi tentativo di rompere le vecchie incrostazioni. E recentemente il sen. Gatto ha ribadito questo giu,dizio, dichiarando che se mancherà un potere e una volontà politica, se tutto resterà come prima, ci si troverà di fronte a situazioni imprevedibili, ma certamente e comunque difficili. Il fatto si è che co-n 19 Ministri succedutisi a Palazzo Vidoni i problemi della pubblica amministrazione sono ri1nasti al punto di prima, anzi negli ultimi tempi si sono aggravati, come dimo,stra proprio l'imponenza dei residui passivi. Procedure arcaiche, sovrastrutture giuridiche, una difficile individuazione di responsabilità oggettive e soggettive (difetti che si accentuano anche per la paura di inca,ppare nei rigori della legge penale, pronta a scattare più per Ippolito e per Marotta che per Felice Riva); uria situazione che è rimasta immutata negli ultimi venti a11ni e che potrà essere superat~ soltanto da una legislazione più aperta e più n10,dema. Ma tutto questo non basterà se lo Stato, impotente a fronteggiare con i suoi istituti le nuove enormi esigenze del paese, non provve·derà a decentrare a favo1re degli enti locali molte funzioni che o,ggi sono di sua pertinenza. E l'occasione potrà essere tro,,ata proprio nelle Regioni, alle quali saranno devolute molte delle incombenze attualmente affidate allo Stato: si parla, infatti, in ossequio ai precetti costituzio,nali, di un largo d·ecentramento,, per esempio dei Ministeni dei Lavori pubblici e dell'Agricoltura, che si trasformerebbero in puri centri di controllo. E così pure per quanto riguarda il Turismo, le Belle Arti, le scuole professionali, l'assistenza e via dicendo. Perché poi lo strano è questo: gli Enti Locali (Comuni, Province e Regioni) hanno una massa di debiti quasi uguale a quella dello Stato. Nel 1967, infatti, mentre i residui passivi dello Stato• sono stati, come già abbiamo visto, 5.168 miliardi, i debiti complessivi degli Enti Locali 68 Bibiiotecaginobianco
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