Antonio Nitto Ne consegue che « è necessario, per accelerare la spesa p11bblica, che siano- affidati a centri imprenditoriali pubblici estranei alla pubblica amministrazio,ne la respo,nsabilità esecutiva di alcuni piani pluriennali di spesa decisi, o da decidere in settori p·articolarmente qualificanti per lo sviluppo economico e sociale del paese. Lo• abbiamo già fatto per il setto 1 re autostradale, lo abbiamo proposto al Parlamento con una legge che è di fronte al Senato per le metro-politane: stiamo studiando di farlo• anche per le Università ». Le parole tra v.irgolette sono ,dell'on. Colombo (nel discorso di replica al Senato). Contemporaneamente, è stato annunciato che al CIPE si erano costitui,ti dei grup,pi di lavoro per l'elaborazione dei programmi operativi per i porti e per l'edilizia scolastica, da affidare ad Enti ai quali lo Stato demanderà la progettazione e la costruzione delle opere, per garantirne la s,peiditezza, collegando i tempi del1 la s,p·esa con i rit,mi di esecuzione delle opere. Ci si è trovati di fronte alla prop-osta di « mobilizzare », secondo un termine certamento non troppo bello, i residui passivi dell'IRI, crea·ndo cioè delle nuove società, come qt1ella per le autostrade, che intervengano a smuovere la massa delle spese impegnate fino- a questo momento. Questo progetto, tu,ttavia, non è destinato ad essere attuato: i socialisti infatti non lo hanno apprezzato favorevolmente, anzi si so1 no decisamente scl1ierati contro di esso. Già nel dibattito all 1a Camera l'o,n. Achilli, della sinistra lombardiana, si è dichiarato contrario alla tendenza di affidare ad altri E·nti, sia p1 ure pubb,lici, ,compiti prop,ri delrlo Stato, aggiungendo che la inefficienza di gran parte delle amministrazioni centrali o decentrate dello Stato risale a precise responsabilità di natura po,litica. , Da,l suo .oanto, anche l'on. Mancini, Ministro dei Lavo,ri Pubblici, in più di u·na occasione si è dichiarato contrario ad un progetto del genere; e lo ha detto sia alla Camera (quando ha condiviso le preoccupazioni di Achilli), sia in comu-nicati diffusi dal suo ufficio stampa, sia infine in una lunga intervista 11 dove fa un po' il punto della questione. Di questa intervista mette conto riferire le parti essenziali. Pr,ima di tutto Mancini ha tenuto a sottolineare che dei 1.500 mili1ardi di residui passivi addebitati al st10 Dicastero alla fine del '67, soltanto 200 miliardi possono ritenersi effettivamente tali, in quanto si riferisco,no, soprattutto ai piani pluriennali; per i quali il tempo di avviamento è necessariamente abbastanza lungo, dovendosi mettere a punto studi, progetti, appalti, uffici. Per questo motivo non è possibile pretendere che i fondi impiegati vengano immediatamente spesi; bi11 « Adesso » del marzo 1969. 66 Bibiiotecaginobianco
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