' Argomenti liardi, le Finanze, la P.I. ecc.: omettiamo le altre cifre, rimandando il lettore alla tabella pubblicata su « Mondo Economico » del 12 ottobre 1968. A questo punto, dopo le cifre, occorre fare un'a11alisi delle cause che le hanno determina-te. Prima di tutto sarà bene fare un passo indietro: il tema dei resi,dui passivi è un tema ricorrente nel nostro bilancio statale, come abbiamo visto dalle cifre più sopra riportate. Tuttavia bisogna dire che esso è stato scoperto, e portato quindi all'attenzione del p,ubblico e dei parlame11tari, in seguito ad alcune dicl1iarazioni fatte al riguardo dal Governatore della Banca d'Italia Guido Carli nell'ottobre del 196 7. Il dot t. Carli espresse vive preoccupazioni per l'accumularsi dei residui passivi: la spesa torrentizia, egli osservò, iscritta nei bilanci di competenza, si sarebbe tradotta presto o tardi in pagamenti a carico del Tesoro, col rischio di concentrarli in tempi così brevi da mettere in pericolo l'equilibrio monetario del paese. Carli auspicava quindi un'amministrazione pubblica pronta a mettere in esecuzione le opere p·ubbliche in ten1pi ragionevoli e tali da non provocare una crisi monetaria sul mercato. Giacché un bilancio come il nostro, con tanti residui passivi, provoca alla lunga effetti deflazionistici, senza favorire lo sviluppo dell'economia nazionale. Nel 1naggio successivo, nella relazione presentata alla Banca d'Italia, Carli aggiungeva: « In altra occasione, abbiamo richiamato, sottolineandone la validità, l'impostazione data nel Programma alla politica della finanza pubblica, intesa come strumento atto a favorire lo sviluppo del reddito, la piena occupazione dei fattori produttivi e la stabilità 1nonetaria. Ma la realtà nella quale op,eriamo continua ad essere profondamente diversa da quella ipotizzata e presenta aspetti co,ntrastanti: da un lato, infatti, sono stati previsti impegni di spesa per un volume tale che la loro integrale esecuzione avrebbe spinto l'indebitamento complessivo del settore pubblico a livelli non compatibi,li con il mantenimento dell'equilibrio monetario; dall'altro, l'acceleramento delle entrate, soprattutto destinate a copertura di nuove spese, e i sensibili ritardi nell'esecuzione di queste ultime si sono risolti in un comportamento della finanza pubblica che di fatto è stato, nel 1967, di contenimento della domanda interna». A questo punto, anche il Parlamento cerca di vederci chiaro, 1na siamo in fine di legislatura e le leggine approvate in gran fretta si accumulano nella Gazzetta Ufficiale, aggravando uilteriormente il già grave fenomeno. Con la nuova legislatura il problema torna di attualità e alla Commissione Bila,ncio della Camera il presidente on. Orlandi propone un'indagin·e conoscitiva sui motivi che determinano e creano i residui 59 ~ ibiiotecaginobianco
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