.. Note della Redazione del centro i.nternazionale · di n1eccanica: cioè agli istituti il cui insedia111ento era previsto nell'area della Mostra d'Oltremare. Ma non basta: poiché, con1e ebbero a dichiarare sia Cagliati che l'a.llora n,iinistro della Ricerca sen. Rubinacci, questo . complesso di lavor.atori doveva intendersi soltanto co,ne un « primo nucleo» di una più grande area della ricerca napoletana, il CNR potrà dar prova concreta della sua fedeltà_ agli impegni presi nei confronti di Napoli, sfrut.(ando la maggiore disponibilità di suoli di Arco Felice per disporre contempora_neamer:z,te sia il completamentQ del « prinio ten1po » dell'area della ricerca -napoletana, sia l'avvio al « secondo tempo» dell'« area», cioè l'inclusione in essa di altri laboratori. La questione fondamentale, infatti, è di dar vita çid un complesso integrato di istituti di ricerca che abbia una sua effettiva capacità di richianio nei confronti delle iniziative, pubbliche .e private, che. nei prossimi anni dovranno essere prese e saranno prese perché il nostro paese possa recuperare il ritardo rispetto ad altri paesi industrializzati, che sono in una fase più 111atura del rapporto ricerca scientifica-industrializzazione. Questo era lo scopo per cui fu portato innanzi il progetto delJ'area della ricerca, che nella dislocazione a Napoli acquistava anche un valore di scelta 1neridionalistica. E questi sono i contenuti e gli obiettivi da salvare ad ogni costo, 111-algr.ado,e a dispetto, della « lentocrazia» e della « chiacchierocrazia » che con1pro1nettevano e con1pro111ettono l'area della ricerca napoletana . . . Leggiadrie sociologiche C'è una via meridionalistica dello sviluppo quantitativo (e non solo quantitativo) dell'università italiana. È una· via da percorrere speditamente e con decisione, nella logica della crescita equilibrata della nostra società (dal mo1nento che sviluppo civile e sviluppo econo1nico sono strettamente connessi a disponibilità di « quadri »), più ancora che nell'interesse dell'università. Pasquale· Saraceno ha avuto il merito di ricordarlo e sottolinearlo alla « tavola rotonda» di Bari; e questo· d·iscorso, che la nostra rivista conta di portare avanti, ci auguria,no trovi interlocutori sensibili. Natural111ente, la via 1neridionalistica dello sviluppo dell'università italiana presuppone una azione « rneridionale » a sostegno di questa finora inesplorata strategia dell'intervento nel l\/1ezzogiorno. Anche a questo riguardo l'augurio di imbattersi in interlocutori sensibili è d'obbligo. Le premesse però, sia detto senza indulgere al pessimisn10, non sono favorevoli. Alla via meridionalistica dello sviluppo dell'università italiana, già vi sono segni che voglia contrapporsi una via cialtronesca dello sviluppo dell'università meridioriale. È questa la via tracciata dalla moltiplicazione delle cosiddette facoltà autonome, e .soprattutto dal-la caratterizzazione di tali facoltà autonome (tra le quali vi sono pure apprezzabili eccezioni) come centri di produzione di «· pezzi di ·carta » piuttosto· che di conoscenze e competenze, di manovalanza 37 Bibiiotecaginobianco
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