/' ' .., NOTE DELLA REDAZIONE " Chiacchierocrazia" e ricerca scientifica L'area della ricerca scientifica come strumento di progresso economico e civile di Napoli; l'area della ricerca come scelta qualificante per conferi re a Napoli funzioni metropolitane moderne; l'area della ricerca come banco, di prova della capacità realizzatrice dei poteri locali. È venuto un periodo, a Napoli, tra la fine del 1966 e il 1967, che non uno dei personaggi in varia guisa appartenenti al gruppo delle cosiddette « autorità locali» napoletane, non desse conto pubblicamente della sua « piena adesione» al progetto (formulato fin dal 1965 da questa rivista e subito fatto proprio da alcuni scienziati e studiosi per la costituzione di un complesso integrato di laboratori e istituti scientifici; e che, a tale adesione, non facesse seguire « ribaditi impegni » per « sollecite definizioni ». C'era da compiacersene, e ce ne compiacemmo. Era tlna delle poche volte • che le « pronte e piene adesioni» e i « ribaditi impegni» si distoglievano dalle piedigrotte, o da più rispettabili ma pur sempre limitati problemi di quartiere o di categoria, per indirizzarsi verso una iniziativa seria. Perché l'area della ricerca, co1ne « Nord e Sud» ha più volte scritto, è una iniziativa seria. È un'occasione che si offre, non solo per non far più fuggire da Napoli, ma ma anche per chiamare a Napoli, la « materia grigia» di cui Napoli ha bisogno, gli studiosi che possono arricchire la vita civile e promuoverne indirettamente lo sviluppo non solo culturale, ma anche economico (per il rapporto tra ricerca e industria). Per questo, quando tali concetti li si sentì rimbalzare come slogains da un consesso cittadino all'altro, ci si illuse che anche l'incultura - tradizionale vanto di parte cospicua della classe dirigente napoletana - avesse un limite. E ci si illuse che battaglie d'élite possano generare vittorie e rompere muri d'insensibilità quando riescano a far giungere i loro echi all'opinione pubblica. Errore, illuministico errore. Gli ultimi clamorosi sviluppi della questione dell'area della ricerca napoletana ne sono la prova. Eccoli in breve, questi clarnorosi sviluppi. Il 27 marzo scorso il Consiglio co,nunale di Napoli si è occupato finalmente dell'« area». Se n'è occupato a distanza di un anno e cinque mesi dalla stipula della convenzione tra CNR e l'Ente Mostra d'Oltremare, in virtù della quale la Mostra avrebbe dato in fitto sette ettari (al non modico canone di trenta milioni annui) per- · ché su di essi fossero insediati i laboratori e gli istituti costituenti appunto l' « area ». Quale fosse il compito riservato al Comune in tutto -ciò, lo abbiamo ricordato nel precedente numero di « Nord e Sud»: esprimere un placet in 35 Bibiiotecaginobianco
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