Lo scrittore, oggi Bovary di Flaubert e Delitto e castigo di Dostoevskij. E sebbene gli scrittori con cui hanno abitualmente a che fare per dovere d'ufficio siano purtro,ppo ben lungi dalla statura di un Dosto·evskij o di un Flaubert, sarebb·e comunque opportuno lasciare ad essi, il cui nome figurerà dopo tutto sul fron,tespizio dei loro libri, quella libertà di regia sulle pagine 1che isola è resp·onsabilità di creazione, e senza la quale l'artista si strumentaliz~a e decade a confezionatore, più o n1eno abile e person·a1e, di « p1 rodotti » mentali. *** Ma è poi lo scrittore, in realtà, così libero ed assoluto signore della sua p·agina anche qu.ando, nell'intimità del suo studio, nessun consulente editoriale lo condiziona? L'opera stessa non esercita su di lui le sue leggi, ·a cui egli è obbligato a obbedire, quasi no,lente talvolta? È pur vero che questa appa·rente o·bbedienza è in effetti esp,ressione di quella più intima libertà del creare, in ·cui l'a·rtista, qu·ando l'opera è veramente vitale, si annulla fino a diventare strumento. Ma si potrebbe tuttavia sostenere per p,aradosso ,che lo scrittore no,n è interamente mai libero; -p-er,chése Io è dall'esterno, all,ora sono i suoi p·ersonaggi a dirigerlo, a co1 ndizionarlo, ad imporglisi. Così Mauriac e molti altri hanno detto che quanto più un loro person·aggio era vivo e artisticamente riuscito, tanto maggiormente, scrivendo, erano costretti a obbedirgli, a deviare talvo.Jta ,dal piano prestabilito, ·a fargli compiere quei gesti e quelle ·azio,ni da -lui pretese, a fargli p•ronunziare quelle p·articolari parole che egli imp-o·neva ·co·nun·a •cap.airbia,e non violentabile volo,ntà. Un rapport 1 0 dunque di p1 assività e dirp•endenza, che si risolve, all·a fine, in fedeltà alle ragioni più vere, ,che appunto in quella obbedienza ,si scoprono,- della pro,pria creazione. Altre volte, e si tratta egualmente di fedeltà, il rap1 p·orto, da parte ,d,ello scrittore, è tirannico e, anzi, di crudeltà. Anche qui u·n paradosso? Non credo, e poiché si è fatto po-canzi, per caso, il nome ,di Dostoevskji, n-e lascio la testimonianz·a a lui stesso- p-er chi ri,cordi certe ·sue pagine altissime (nei Demonii, ad esem-pio, il ,c.apitolo « La viaggiatrice » e il ,seguente, sull'assassinio di Sciatov e l'allucinante suicidio -di Kirillov). Sono scene che ·potrebbero dirsi anche ,sadiche, e Zweig parla infatti di « particola,ri sa~ dici, satanici » a proposito -della « buona tela cerata ame·rican.a » e -- delle «. quattro b•occette ,di disinfettante » di cui nell'/ diota Ro·goscin si serve per s1istemare il cadavere di Nastassja Filiporvna; scene 21 B~blioecaginobianco
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