Lanfranco Orsini fabbrica di vuoto sul vuoto, ammantata di presunzioni intellettualisti1che e cul turalistiche. Si è accennato alla proposta di una letteraJtura industriale avanzata sugli anni ses,santa dal « Men·abò »; ma qu·ante altre sono seg11ite dopo di qu·ella? Abbiamo a.ssistito all'enunciazion.e dei più vari ,pro.grammi, da quello •che fo·ggi,a poetiche di « opere aperte » e consimili alla scuola dello sguardo, dal mistilinguismo a,lla letteratura come storio,grafia e a qua,l altro si voglia sperimenta 1 li,smo. Tutto questo, a parte le fumiisterie di stagion·e (la poesia visiva, o quel romanzo· 1 p·resentato in una •specie di scatola, co·n le pagine sciolte eh.e si possono ·a prop,rio piacere mischiare e la storia, di volta in volta diversa, filerà sempre) tutto questo, dicevo, è un dissodare· 1e possibilità del linguaggio e può aver senza dubbio, su un piano di esperimento, la sua utilità: lamentarne l'intellettuali,smo importerebbe condanna di tutta l'arte moderna, che è arte di cri,si fo,rmale e di esasperato intellettualismo. Ma ciò eh.e semb·ra preoocup,ante, e causa alla finie di quella confusione che diventa distorsion,e e sovvertimento dei va1ori su cui si fonda il giudizio, è la mancanza di sistematicità, di una posizione estetica chiara da cui .anche gli oppositori possano mutuare, non foss'altro che per ribatt,erle, quelle idee-guida, quei termini di discorso ,che costituiscono i necessari elementi per intendersi e per fare, della discussione e .della polemica, un mezzo di avanzamento e di fecon,da riceoca. Si vuol dire u~ ·co,ncetto del,l'arte preciso, e accettabile al lume di un'estetica seria e· storicamente consapevole dei punti fermi raggiunti. Non è che si voglia cro,cianamente restare su certe posizioni ormai rivedute e integrate nel se·nso di una storicizzazione m·aggiore, e certamente più ri,cca, dell'o,pera letteraria; m·a quan·do si trova, ad esempio, risfoglian.do una rivista sperimentale che è stata bussola e .diap.a1 son del dibattito letterario (ancora una volta il « Menabò ») la definizione di « sa,ggio in ve·rsi », il qu.ale tradurrebbe in « profondità lirica il rigore di una inchiesta sociologica », ,così discop·rendoci « non esservi aspetto della cultura che non possa tradursi in poesia», si resta perplessi •come dinanzi a u1 n'affermazio,ne per lo meno azzardata, in quanto il « saggio,» e il « rigore dell'iI11Chiesta sociologica » (e chi non lo avv.erte secondo Croce lo avver.te, se h.a senso di ciò che sia l'arte, d'istinto) sono di p•er se stessi il contrario del discorso poetico, della natura e della cellula prima della poesia. 16 Bibliotecaginobianco
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