Lanfranco Orsini vietare di po·rre anche lui n.el suo scrivere la propria ragione di vita, ma qu·esto è un -caso assai raro, per lui la letteratu·ra, alila fine, sarà un hobby e non veramente lo scopo ed il ce·ntro dei giorni: ché le sue p1 agine avreb·bero allora quel timbro di autenticità necessaria che le farebb,e non più malformata effusione ma verità esistenziale. Ho detto « i'1 cattivo scrittore »; ma si può essere, pur senza toccare le sog,lie -della grandezza, dignitosamente scritto,ri, ed allora la giustificazione p,rivata trova conferma e· conforto nella dignità del « mestiere »: e a conti fatti sarà so1tanto quest'ultima a legittimare la prima. (Ricordiamo la frase feroce di Shakespeare nel Giulio Cesare, allo,rché i cittadini minacci 1 ano Cinna il poeta: « Fatelo a p·ezzi per i suoi cattivi ve,rsi, fatelo a pezzi pe·r i suoi cattivi versi! » ). Sicché per giustificarci in u•n modo che non adduca unicamente le nostre private ragioni ma abbia un minimo di fondamento sociale e di plausibilità letteraria, bisognerà stabilire con una certa ap·p·rossimazione fino a che punto chi scrive possa sentirsi legittimato e sorretto nel pro,prio lavoro dalla coscienza di non limitarsi, co1 n esso, a qualcosa di meramente privato: fino a eh-e punto, cioè, si sia veramente scrittori. La questione, s'intende, riguarda essenzialmente la qualità e, in secondo luogo solta.nto, la quantità. A una nota scrittrice che con,siderava con lui com-e dopo Dante e T'olstoj non altro si possa, mettendosi a scrivere un libro, che avvertirne l'inutilità presuntuosa, molti anni fa Enrico Pea traccio con l'indice un cerchio sul tavolino davanti al quale sedeva e soggiunse: « Eppure, ciò nonostante si scrive. E, vede, si può e'ssere piccoli o grandi ma qu,ello che ·conta è star dentro. S,i puo scrivere un solo libro ed es~ere autentica1nente s·crittori, essere dentro del cerchio. Se ne p·osso,no scrivere venti, riempirne un p,alchetto ,di biblioteca, e rimanere al di fuo1ri ». Ma non tocca a noi, né potremmo, decidere di essere dentro o di fuo,ri. Ol1tretutto, sarebbe ancora ambizio·ne, condizionare a un giudizio un'operazione vitale. E forse vale la pena di scrivere unicamente se scrivere, per chi lo fa, è respirare. (Ovviamente si allude allo scrivere del,l'a,rti,sta e non a q_uello, ben più sociale e politico, dell'intellettuale. Ma sono poi separabili?). *** La soluzione non è tuttavia così semplice, in un'epoca in cui il lavoro dello scritto·re è co,ntinuamente allarmato e condiziona,to 12 Bibiiotecaginobianco
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