.. La Scapigliatura, veicolo di protesta tare un momento conoscitivo, si riduce ad essere « l'alibi appunto della coscienza artistica del poeta ». È la tragedia tutta moderna dello scrittore, tra impotenza e lucidezza ossessiva, che documenta lo sfaldarsi della metafisica e tradizionale vocazione del Poeta. Se si pensa poi che l'autore di Pen,ombre fu contemporaneo del Carducci, la sua crisi acquista indirettamente il senso d'un polemico rovesciamento. Ne deriva comunque al Praga non la completa nullificazione, ma una nuova linea di poesia che scaturisce dal bisogno di decantare a se stesso « la storia dell'anin1a riassunta attraverso la storia della poesia »: ciò che dà luogo di volta in volta a « una specie di riassunto orientativo del suo mondo lirico in chiave resocontistica », di cui il componimento Alla Musa, del '73, è certo l'esempio più alto. Sono momenti, non tappe, di autoriflessione lirica che per il Mariani tuttavia non presuppongo,no un progresso evolutivo. La fondamentale incertezza, l'ironia, la compresenza di elementi opposti resterebbero immutati in tutta l'opera praghiana circoscrivibile tra i due poli ricorrenti che sono il maledettismo e la purezza dell'infanzia. E qui il Mariani controbatte la tesi del Petrucciani che vede infatti un progresso spirituale e poetico verso l'acquisto d'una maggiore intimità in Trasparenze, dove « il dualismo codificato da Boito peride il carattere di contrasto obbligato tra fango e ideale, tra purezza e sensualità, per diventare dissidio di voci che impegna l'essere nella sua totalità» (Petrucciani). Un progresso se c'è, avverte invece il Mariani, non coincide con Bibliotecaginobianco l'unico piano della successione delle opere, « ma deve esser riconosciuto volta per volta, scegliendo nelle singole racco Ite i vari gruppi di temi », alcuni affinati e approfonditi, altri destina ti a segnare il passo « in una monotona ricerca di artificiose costruzioni ad effetto ». Egualmen,te, in Arriigo Boito si mette in luce, oltre ai limiti del suo mondo, la sola disponibilità positiva che egli possieda: la comicità, dalla insostituibile funzione vitalizzante, al punto che « lo stile comico di Boito è esso stesso personaggio». Di Tarchetti si ribadisce la preventiva incertezza tra una produzione legata alla storia, diremmo noi oggi « impegnata», e un'altra protesa verso sentimenti morbosi e irreali, cioè verso il fantastico. La prima è docum.entata principalmente dal romanzo Paolina, di ispirazione sociale in senso stretto, sulla scia di quelli analoghi del Carcano, del Cantù, del Farina, del Bazzoni e del Ghislanzoni, che riproponevano a sazietà l'immagine della « tosa » lombarda povera e perseguitata, stereotipa erede della Lucia manzoniana. Ma le riflessioni sull'attività narrativa contenute in / dee minime sul romanzo, un articolo del '65 ora studiato per la prima volta, contengono già una difesa del romanzo di invenzione e una conseguente detrazione nei riguardi della Storia. Scelta definitivamente la propria strada, quella dell'assoluto fantastico, I. U. Tarchetti la percorre fino in fondo, dissolvendo anch'egli le strutture del racconto e inventariando nella pagina spesso atomizzata .« soltanto espressioni di un paradossale universo costituito da re125
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