La Scapigliatura, veicolo di protesta « valore », alle esperienze meno sfuma te degli altri seri ttori. Tuttavia anche queste sono delineate e giudicate nella loro ricchezza culturale, umana, espressiva, sì da derivarne l'immagine del « movimento», nel senso dinamico della parola, come lento procedere del gruppo -dal superamento dei vecchi schemi del romanzo storico - ancora percettibili nei rovaniani Cento anni - o dell'uso comunque persistente di intessere l'ispirazione sul tracciato di fatti e figure della storia. come avviene ad Arrigo Boito, s.ino alla conquista di un'arte assolutamente fantastica nel Tarchetti o già svolgentesi verso l'estetismo col Camerana e col Bazzero, collezionista di armi e sperimentatore linguistico non fortunato, o pronta a identificarsi con l'idoleggiamento tra parnassiano e sensualistico della bellezza con Camillo Boito, alfiere d'un assai composito «realismo estetico», che sostituen,do 1 a,lla tarchettia.na form,ucla di «amo,re nel'l'arte» quella di « beHezza nell'arte » assolutizza il mondo delle sensazioni e prelude orn1ai a D'Annunzio. Meno vistosa ma più sofferta al confronto e aperta al nuovo è l'esperienza di Luigi Gualdo (scrittore bilingue: non si dimentichino, accanto alla più nota Decadenza, i romanzi in francese, Une ressemblance e Le niariage excentrique) con la sua « ricerca di una nuova forn1a di vita emozionale », la passione, paragonabile al patos erotico delle opere verghiane del periodo giovanile. Le emozioni del Gualdo, discendendo dall'iniziale estetismo, naufragano nella noia e anche tecnicamente contribuiscono alla dissoluzione delle strutture Bibiiotecaginobianco obiettive del raccontare (alla maniera del Rovani, da cui siamo partiti). Una voi ta crollato il « personaggio », quelle emozioni possono solo rifugiarsi nel viluppo estenuante dello psicologismo: una via questa che porterà a Svevo, « ma con meno intensa drammaticità, con più evidenti sbavature psicologiche e minore coscienza storica ». In breve, la maggior parte delle sperimentazioni svolte sulla pagina dagli scrittori della Scapigliatura conducono sia pure in mo1do diverso a un medesimo punto d'arrivo, che è la disgregazio,ne del personaggio e il nullismo spirituale, salvo i pochi squarci positivi puntualmente registrati dal Mariani. In questa prospettiva acquista un comprensibile significato ideologico il moderatismo cattolico di De Marchi; ma ciò non to1glie che si possano 1 seguire con impregiudicato interesse i vari sondaggi operati dal critico, mai distorto da antistorici trasferimenti nel tempo, anzi puntigliosamente resistente a fare delle proprie analisi un ca1npo di facili anticipazioni. Si veda ad esempio quanto sia li1nitativo il giudizio sul Rovani, di cui si colpisce da più punti di vista (tecnico, narrativo, comparativistico nei rapporti con Balzac e i Goncourt) la mancanza di serio interesse per la borghesia come classe sociale (del che la sostanziale differenza con Balzac), sicché I cento anni ( 1859-64) appaiono « l'interpretazio·ne rapsodica di un mondo che non si fa mai società e in cui gli individui interéssano lo scrittore più come casi umani che come personaggi di quel mondo». È l'a1nore per il particolare mi1 nuto, per l'inedito, il desiderio 123
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