Nord e Sud - anno XVI - n. 112 - aprile 1969

.. Per l'Irpinia: che fare dei pubblici interventi nel quadro di un organico e articolato piano di sviluppo e1 d, anno per anno, in base a chiari programmi e a una sistematica pubblicità delle decisioni, distribuire nel tempo gli interventi secon,do raz,ionali criteri di priorità e di coordinamento. A un tale mutamento nei modi di decisione e di azione, deve anche, ovviamente, corrispondere un mutamento nell'atteggiamento della pubblica opinione. Questo mutame11to, in particolare, potrà aversi se l'oipinione pubblica nella nostra regione p·renderà più chiara coscienza della generale politica, nel cui quadro la stessa politica a favore della nostra regione può svilupparsi. Tocco, con questo, uno dei temi più disct1ssi in questi anni in tutte le regioni meridionali, ossia quello degli indirizzi della co,siddetta politica meridionalistica. Quando una decina di anni fa ci si co·minciò a convincere della opportunità di passare nel Mezzogiorno dalla semplice politica di opere pubbliche straordinarie avviata nel 1950 ad una politica di industrializzazione e di sviluppo economico pianificato, le reazioni nella no.stra provincia non furono molto favorevoli e meno ancora lo furonoJ quando, nel 1965, il rilancio della politica meridio11alistica avvenne sotto il segno della concentrazione degli interventi. È tempo di co.mprendere che questa reazione negativa, se da un lato aveva un legittimo fondamento, dall'altro no11 ne aveva alcuno e deve essere co·mbattuta. Essa, infatti, era giustificata in quanto la legge del 1965 ~ basandosi sul principio, non applicato in seguito, che alle esigenze degli altri processi di sviluppo avrebbero dovuto pro,vvedere le leg,gi e le amministraz,ioni ordi11arie - portava ad una relativa diminuzione dei pubblici interventi nelle zone interne, come la nostra, i cui problemi erano divenuti ancor più gravi che in passato. Essa, invece, non era affatto giustificata allorquando negava la 01 pportunità di u11 intenso sforzo di industrializzazione nelle zone adatte alla grande industria. Tutti i n1eridionali, ed in particolare i meridionali delle zone interne, si debbono,, infatti, convincere che una civile risoluzione dei loro problemi si può avere soltanto in un Mezzogiorno nel quale si sia avviato un grosso processo di moderna industrializzazione, il quale non può verificarsi se non in adatte zone di pianura e costiere, e di conseguenza concentrato, almeno all"inizio, in poche aree o poli, perché solo a queste co1 ndizioni potrà mettersi in moto anche nel Mezzogiorno un meçcanismo autonomo di sviluppo economico, capace di far sentire i suoi effetti sull'intera economia meridionale. Nel discorso di quest'oggi ho mostrato come un tale sviluppo progettato ed ~vviato nella contermine area industriale del Piano cam109 Sibiiotecag inobianco

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