Argomenti di vita agricola, esso non ha sufficienti poteri per garantire, al di fuori delle com·petenze del Ministero dell'agricoltura e delle foreste, anche l'impegno, di altre competenze, specie per qt1anto attiene, da un lato, alle grandi opere di regimazione dei corsi d'acqua principali e, dall'altro, alla manutenzione delle opere da parte delle amministrazioni alle quali, secondo il nostro ordinamento, spetterebbe tale incombenza. Non sono perciò rari i casi nei quali la nuova rete di infrastrutture creata dalla bonifica è stata travolta dalle alluvioni o è a·ndata degradandosi per la mancata manutenzione. In ultima analisi, le diverse limitazioni accennate hanno· reso inapplicabile. il meccanismo delle sanzioni per la impossibilità stessa di emettere nei confronti di singoli pro,prietari un valido giudizio di inadempienza. Il riesame e l'inquadramento dei piani di bonifica nei nuovi piani zonali avrebbero dovuto consentire, pertanto, di superare le carenze di cui si è detto, dopo aver verificato, in riferimento agli obiettivi definiti dal « Programma », la validità delle direttive della trasformazione contenute nei documenti preesistenti, nonché delle soluzioni proposte. In particolare, si sarebbe dovuto verificare se le indicazioni dei piani di bonifica fossero ancora attendibili in ordine alla « sostanziale parificazione » dei redditi, stante la sopravvenuta mobilità che le popolazioni dei territori oggetti di quei piani manifestano. Il riesame avrebbe avuto altresì lo scopo di scegliere, coordinare e dimensionare, in funzione delle dispo-nibilità assicurate dalle leggi di programma, i progetti ,di opere pubbliche e private, al fine di garantire loro la necessaria copertura finanziaria. Si sarebbe reso più funzionale, in tal modo, il rapporto tra spesa pubblica per infrastrutture ed incentivi alle opere private, avviando gli inconvenienti dei ritardi nell'entrata in produttività degli investimenti, 1per la mancata trasformazione degli ordinamenti colturali. Rovesciando la logica dei piani di bonifica, concepiti co1ne schemi delle soluzioni auspicabili, il piano zo,nale intendeva qualificarsi come il quadro delle soluzioni possibili, entro la cornice creata ad o•pera della programmazione regionale. In sostanza, la revisione del piano di bonifica e il suo inquadramento nel piano zonale miravano a conferirgli un'alta dose di realizzabilità. Anche se si può osservare che, qualora la indicata revisione fosse. stata puntualmente richiamata dal « Programma », di fatto i piani generali di bonifica disponibili non sarebbero stati numerosi, perché pochi di e~si hanno raggiunto la fase di compiutezza richiesta per divenire ope- ' ranti, va rilevato che un riesame dei problemi della bonifica sarebbe 93 Bjblioecaginobianco
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