Nord e Sud - anno XVI - n. 111 - marzo 1969

Argo111enti curare al livello locale il coordinamento delle direttive di intervento, il Ministero dell'agricoltura procederà, con la gradualità co,11sigliata dalle risorse finanziarie disponibili e secondo criteri di priorità da esso definiti in base a,Ile diverse situazioni e possibilità locali, ad elaborare, attraverso i propri organi periferici, d'intesa con gli E,nti di sviluppo agricolo operanti nelle varie zone, piani zonali d'intervento•. I piani zonali, coordinati con i piani urbanistici, definiranno per ciascun territorio omogeneo il quadro degli interventi - compresi quelli relativi alla creazione di servizi di interesse generale per l'agricolt11ra e al riordinamento fondiario -, ne stabiliranno il grado di interdipendenza e le priorità, e determine~anno la misura e la natura degli incentivi necessari ad orientare nel senso delle scelte programmatiche l'azio11e degli operatori singoli e associati ». Con1e si vede, la modifica più radicale apportata agli originari criteri ispiratori del piano zonale consiste, più ancora che negli emendamenti prima ricordati, nel mancato riconoscimento della necessità di adottare il piano stesso come strumento di una nuova prassi nella erogazione degli incentivi. La prassi tradizionale si fonda sulla sollecitudine dei singoli interessati e quindi su un criterio di casualità; la nuova dovrebbe essere costituita da un. metodo che, con riferimento ai problemi di una data zona sostenga e solleciti, coordinandole, le iniziative conformi agli obiettivi del programma e le integri con interventi cli natura non solo finanziaria, ma anche organizzativa e tecnica. Poiché i piani zonali verranno elaborati co·n la gradualità « ... consigliata dalle risorse finanziarie e seco,ndo criteri di priorità definiti dal Ministero dell'agricoltura e delle foreste ... » è da prevedere che, anche nella migliore delle ipotesi, nell'ipotesi cioè che gradualmente si giunga ad elaborare i piani per l'intero territorio, le due prassi, quella programmata e quella casuale, saranno destinate a coesistere; e che la seconda, radicata nella tradizione, finirà con il ·protrarre tale coesistenza per un periodo che sarebbe azzardato immaginare breve. 3. A meglio chiarire quanto si è detto, sembra opportuno soffermarsi su aln1eno una categoria di documenti programmatori che, per la migliore compiutezza della sua impostazione giuridica, è stata « croce e delizia » non da poco per la politica agraria dell'ultimo quarantennio. Il primo progetto di programma vi faceva riferimento osservando,. dopo aver indicato i criteri che avrebbero dovuto presiedere alla formulazione del piano, zonale, cl1e « per i piani di bonifica esistenti si dovranno trovare le oppo·rtune forme di adeguamento_ ai criteri so,pra esposti ». Il , secondo progetto si esp•~i1neva in termini più incisivi: « i piani di bo,ni89 Bj_biol tecaginobianco

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