Nord e Sud - anno XVI - n. 111 - marzo 1969

Gian Giaconio dell'Angelo Nei confronti di questa il piano zonale si po11eva, quindi, co,me strumento per la fase delle decisioni operative. Nel progetto di programma predisposto· nel giugno 1964 dal Ministro Giolitti, il piano zonale viene, pertanto, presentato, nel quadro delle politiche della pro,grammazione, come il « fulcro· dell'intervento nel settore agricolo » e, nella parte dedicata ai singoli settori, se ne precisano la n1otivazione, la natura, i n1odi della formazio,ne, i contenuti, i criteri di applicazione, la competenza nell'attribuzione delle responsabilità esecutive. « Esso sarà un documento sintetico che, delimitando territori omogenei dal punto di vista dei problemi da risolvere 4, determina la priorità delle soluzio,ni in stretta aderenza alle disponibilità di mezzi di vario ordine preco,stituiti in sede di programma ... Le indicazioni del piano non saranno cioè volte ad illustrare un'ipotetica soluzio•ne ottimale di tutti i problemi ma a dimostrare la più co,nveniente combinazione, nei tempi fissati dalla programmazione, dei mezzi da questa predisposti con le varie risorse più pro1 ntamente disponibili nelle singole zone per il raggiungimento degli obiettivi ». Circa i contenuti si dice: « si tratterà di un piano che affronta, là dove è necessario, il pro,blema della ristrutturazione, indicandone le modalità e i limiti, e che indica per ciascuna zona di quali econo,mie esterne - ivi copresa la creazione delle necessarie forme di assistenza -. dovrà darsi carico l'azione pubblica, di quali servizi, di quali capitali e di quali forme organizzative occorrerà che si doti l'azienda agricola, in quale misura converrà pro1nuovere l'organizzazione di fo,rme associative ». I modi della formazione del piano zonale sono indicati in que,sti termini: « condizioni perché il piano zonale non si esaurisca in un atto formale sono che esso, sia concepito in stretta colalborazione: tra gli operatori privati e gli operatori pubblici, al fine di valutare gli aspetti di interdipendenza tra gli im1 pegni che competono agli uni e agli altri; tra gli operatori economici, pubbljci e privati, da un lato, e la pubblica amministrazione, dall'altro, al fine di consentire a questa di predispo,rre i mezzi necessari per i vari interventi di sua competenza e agli o,peratori di formulare i propri programmi in un quadro di certezze pubblicamente garantite. Gli enti di sviluppo agricolo so-no, per le regioni in cui già essi operano, i naturali centri ove la prima condizione può essere realizzata. La definizione del loro quadro istituzionale, che verrà precisandosi nel corso del pro,gramma, dovrà peraltro metterne più palesemente in rilievo la funzione di or,ganismi a carattere operativo in cui pubblica e privata 4 Il corsivo è dell'A. 86 Bibiiotecaginobianco

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