Nord e Sud - anno XVI - n. 111 - marzo 1969

... Gian Giacomo dell'Angelo biliva che: « appro,vato il piano generale di bonifica e stabilite le direttive fondamentali della co•nseguente trasformazione dell'agricoltura ... i consorzi dei proprietari interessati, su richiesta del Ministero dell'agricoltura e delle foreste, concordano con le persone soiggette agli obblighi di bonifica le opere di competenza privata da eseguire... e gli indirizzi culturali da adottare per la trasformazione dell'ordinamento pro,duttivo nei singoli fondi. .. Ove non si raggiu·n•ga l'accordo... [il Ministero] può disporre l'espropriazio,ne dell'immo,bile ecc. ecc. ». Un giorno, forse, la storia della totale inapplìcazio,ne di questa procedura sarà scritta da Ro,ssi Daria, che fu uno dei materiali estensori del testo. Qui basterà dire che quella procedura chiamava in causa contemporaneamente tre i1npotenze: quella dei proprietari, privi di mezzi, quella dei consorzi, privi di capacità, quella del Ministero, privo di indirizzi economici. Per venire a tempi più recenti, varrà ricordare che il D.P.R. 23 giugno 1962, che detta norme sugli enti di sviluppo, mentre accresce la casistica pianificatoria, introducendo il « piano di valorizzazione », non manca tuttavia di metterne in tutto rilievo il momento, o·perativo. Il decreto stabilisce infatti che « approvato il piano, lo stesso Ministro [per l'agricoltura e per le foreste] autorizza l'ente a presentare i programmi di attilazione 1 , con la gradualità consentita dai finanziamenti disponibili ». La storia della totale inapplicazione anche di questa procedura è deducibile ,da quanto si ebbe a scrivere temipo, addietro su questa rivista 2 • Come di ogni esperienza, tuttavia, qualche ammaestramento doveva pur rimanere; e fu per questo che, mettendo mano al Programma economico nazionale, il Ministro del bilancio on. Antonio Giolitti volle tentare di dare una soluzione più organica all'ormai antico problema. La storia di questo tentativo merita di essere raccontata. 2. Il « Rapporto Saraceno » aveva avvertito che l'esercizio da parte degli enti di sviluppo di quel complesso di poteri e di funzioni - che si sarebbe reso necessario per agevolare l'adattamer1to dell'agrico,ltura delle varie zone alle nuo,ve condizioni, create sia dai nuovi rapporti di mercato, conseguenti alla creazione di una comunità eco,nomica tra i paesi europei, sia dall'esodo agricolo e dalla scomparsa della sottoccupazione - avrebbe richiesto « la messa a punto di no,rme di co•ndotta tali da garantire, insieme con la costituzionalità dell'azione, anche la sua tempestività ed efficienza ». 1 Il corsivo è dell'A. 2 G. G. DELL'ANGELO, Enti di sviluppo: anno zero, « Nord e Sud», gennaio 1969. 84 Bibiiotecaginobianco •

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