Nord e Sud - anno XVI - n. 111 - marzo 1969

I Giornale a più voci esclusivo, giacché altri romanzi del tempo sono anch'essi fortemente politici, come quelli di Matilde Serao e Antonio Fogazzaro. / Viceré è soprattutto un'opera letteraria insigne, che per il suo merito artistico si è salvata dal1'usura del tempo; essa è altresì uno straordinario ritratto d'ambiente, un « documento umano» (per dirla alla maniera dell'autore) veramente d'eccezione. Come ha rilevato un fine critico, Vittorio Spinazzola, in u·n suo bel lib,ro dedicato a F. De Roberto e il verismo (Milano, 1961), « / Viceré ci offrono uno straordinario quadro delle diverse alterazioni e modulazioni che la lingua nazionale assumeva nei vari strati sociali e gruppi di comunità di parlanti dell'Italia del secondo Ottocento». Questo quadro è però, bisogna notare, rinserrato nella cornice della città di Catania, in cui tutta la vicenda si svolge.. / Viceré è un frammento della storia d'Italia osservato da un'angolazione provinciale; è l'opera del nostro Risorgin1ento ridotta, e diciamo pure immeschinita, alle dimensioni d'una cronaca di provincia, in cui la famiglia Uzeda prende simbolicamente il posto di un'intera classe dirigente, e la metamorfosi sociale, sapientemente intuita e descritta, acquista un valore emblematico di crisi involutiva degli ideali. Un'epopea provinciale, dunque, in cui però acquistano risalto i motivi universali dell'angoscia e della morte, in cui rito,rna l'eterna dialettica degli oppressi e degli oppressori. Un'ultima osservazione: ne / Viceré la protagoni,sta è una famiglia, gli Uzeda, la deuteragonista è una città, Catania, che sembra all'altra congiu·nta e sottomessa senza scampo. I due personaggi, entrambi compo,siti in varietà di figure e di atteggiamenti, finiscono, anzi, coll'in1medesimarsi in un unico grandioso affresco, quello d'una pit1 vasta comunità familiare di patrizi, di domestici, di clienti, cui fa da sfondo l'architettura della città. VITTORIO FROSINI BORBONI A L'ASSOLUZIONE NUZIALE. - ... Qui si entra nella retorica, nella tesi scoperta, nella invocazione es1plicita al legislatore per l'abolizione del famigerato art. 544 che, finché la società non viene modificata in tutto il territorio nazionale, ha avuto ed ha una sua innegabile funzione. Vi sono medicinali che usati rettamente salvano molte vite e viceversa; 1na a nessuno viene in mente di abolire questi medicinali a causa del cattivo uso che in alcuni casi isolati di essi si può fare... ( da « Cronache della RADIO-TV », a firma a.e., su « Il Mattino » del 14 febbraio 1969. L'articolo 544 del Codice Penale, così apprezzato da a.e., prevede che una sentenza di condanna per violenza carnale possa essere successivamente annullata da un matrimonio « riparatore »; l'originale televisivo che ha fornito lo spunto alle considerazioni di a. c. propone il caso di una ragazza costretta a subire tutta una serie di estenuanti pressioni perché acconserzta a sposare l'uomo che l'ha rapita e violentata, e lo restituisca così alla società). 81 Bibiiotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==