.. \ Vittorio Frosini Gl individualizzante del libro, e che gli conferisce oggi una rinnovata e pungente attualità. Per dirla con una formula di moda, ma che si adatta benissimo al caso in esame, I Viceré è un'op,era di contestazione culturale del sistema politico vigente, la democrazia p·arla1nentare, che: in ess·a appare considerata non già come eversiva del vecchio mondo dei privilegi feudali, ma come una sua nuova incarnazione, anzi come un suo camuffamento. Il regime liberal-borghese viene presentato nel romanzo come un regime di classe, al pari del regin1e aristocratico cui era succeduto; anzi, addirittura come un 1egime di casta, in cui il potere economico delle grandi famiglie mantiene saldamente in pugno il governo della città. Veramente, l'interpretazione prevalente della critica appare orientato in senso dLverso, e cioè nel considerare I Viceré come un'opera storica; anzi, secondo il giudizio di Virgilio Titone, formulato, nel 1955 (prima dunque- dell'apparizione de Il Gattopardo), « I ll iceré possono a buon diritto considerarsi co·me la p,iù acuta interpretazione storica che si sia data del Risorgim.ento in Sicilia ». Senza entrare nel merito di tale affermazione in sede storiografica, qui si vorrebbe osservare, che in·dubbiamente storico è il contenuto del romanzo; ma che conviene spostare l'interesse sull'aspetto storico che presenta la forma mentis del suo autore, e cioè sul valore documentario, che il libro mantiene, non tanto come ricostruzione degli eventi risorgimentali in Sicilia in un arco di tempo ben determinato, fra il 1855 e il 1882 ( date, che si riscontrano segnate all'inizio e alla fine della narrazio,ne), quanto piuttosto come testimonianza artistica della crisi spirituale, che investì la coscienza politica italiana negli anni intorno al 1894, allorché il libro venne pub·blioato,. Esso non è dunque, a 11ostro parere, un « processo al Risorgimento», come sembrò allo stesso Croce; ché del resto il De Roberto fu, cqm'è noto, uomo di appassionato spirito risorgimentale, in senso conservatore e nazionalista; esso è invece una satira l)(?litica del parlarnentarismo del tempo, un violento atto di accusa contro la « mistificazione » compiuta in nome dell'ideologia de1nocratica, una grandiosa dimostrazione, in forma di parabola artistica, della dottrina della « classe politica», formulata in quegli anni dalla scienza politica ad opera di Gaetano Mosca e da questi enunciata nel suo volume Teorica dei governi e governo parlamentare. Le idee del professore palermitano vennero certamente a conoscenza dello scrittore catanese; entrambi, del resto, se pure non si incontrarono di persona, divennero insieme collaboratori del « Corriere della Sera », in cui il Mosca pubblicò la serie dei suoi famosi articoli su flamini e cose di Sicilia. Si potreb 1 be dimostrare cl1e la posizione dello studioso coincide con quella dell'artista anche in ordine ad altri problemi della vita associata; basti pensare alle considerazioni di Mosca e ai racconti di De Roberto, che si riferiscono all'istituto del matrimonio, su cui il primo prese appunto posizione in qualche suo articolo del « Corriere della Sera», ed a cui il secondo dedicò tra l'altro La messa di nozze. L'ilnportanza de / Viceré non con,siste però solamente in questo suo carattere politico, che abbiamo sottolineato; esso è certo distintivo, ma non 80 Bibiiotecaginobianco •
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==