Augusto Graziani l'intero spettro dell'o,pinione politica, dall'estrema destra all'estrema sinistra. ( t Da un lato, la sinistra economica sostiene che l'investimentrJ pubblico non deve essere gestito me·diante çriteri di e·conomicità, ma deve essere utilizzato come strumento politico per il raggiungimento di obiettivi so-ciali; sarebbe quindi pienamente corretto sottrarre l'investimento pubblico al vaglio del calcolo economico, calcolo che potrebbe distoglierlo dalle sue funzio·ni specifiche. All'estremo opposto, la destra economica parte dal presupposto che l'unico vero banco di prova è il mercato, e che di conseguenza gli sforzl dello Stato :devono essere rivolti ad assicurare il funzionamento corretto del meccanismo di mercato; se questo obiettivo fosse raggiunto, non occorrerebbero, per il settore pubblico, criteri di investimento diversi da quelli propri del settore privato. Non mancano poi le posizio-ni intermedie, di coloro che accettano il principio ma ne discutono le possibilità di applicazione. È ben vero, sostengono costoro, che l'investimento pubblico dovrebbe essere retto da criteri diversi :da quelli seguiti dal normale imprenditore privato; ma è purtroppo· anche vero che la pubblica amministrazione non è sempre ligia ai propri doveri, per cui se coloro che amministrano il pubblico da·naro venissero auto,rizzati a distaccarsi dalla regola del massimo profitto· aziendale, la consegt1enza sarebbe di rende·.ce legittimo Io spre·co di risorse, e per di più di introdurre un elemento di arbitrio nella gestione dei fondi pubblici. La regola dell'efficienza secondo il mercato, per la sua natura di regola obiettiva, resterebb,e l'unico b·aluardo contro l'arbitrio e la tendenziosità della pubblica amministrazione. , Non è nostra intenzione di discutere quest'ultima posizione. Si può solo osservare che, se si parte dal principio che la pubblica amministrazione sia comunque corrotta, è ovviamente superfluo introdurre nuove regole di condotta, perché esse saranno eluse come quelle dapprima vigenti; ma è anche illusorio credere che la regola dell'efficienza di mercato sia la regola migliore, perché agli occhi di un amministratore corrotto, il mercato non è uno spauracchio più temibile di una legge o di un regolamento, specialmente quando esso, nej confronti della grande impresa viene di fatto priva.to della sua sanzione maggiore che è quella della bancarotta. È quindi chiaro cl1e tutta la discussione intorno alle rego1e di utilizzazione dei fo-ndi pubb1ic, deve essere condotta nell'ipotesi che la pubblica amministrazione sia disposta ad a-pplicare tali regole con un minimo di buona fede e di lealtà. 6 Bibliotecaginobianco
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