Nord e Sud - anno XVI - n. 111 - marzo 1969

Note della Redazione porre anche il pro-blema di correggere lo squilibrio che presentano tali strutture nel Sud rispetto a quelle assai più diffuse ed assai più efficienti del Nord; e quindi il problema di un intervento straordinario, prioritario ed aggiuntivo per creare rapidamente nel Mezzogiorno nuove se.di universitarie, didatticamente efficienti, scientificamente attive, distribuite in modo tale da servire tutte le popolazioni meridionali e da provocare anche il decongestionamento delle sedi tradizionali e l'arresto dell'esodo di studertti meridionali verso sedi universitarie dell'Italia centrale e settentrionale. La relazione di Saraceno ha, dunque, proposto all'attenzione dei programmatori questo problema dello squilibrio universitario fra Nord e Sud. È un banco di prova, forse il banco di prova, della coerenza meridionalista della programmazione e della « concezione meridionalista dello sviluppo italiano »: la concezione in base alla quale « ogni azione di rilievo pre·vista da un programma nazionale di sviluppo deve essere giudicata anche nei rifiessi che , essa determina nel processo - che si afferma di voler perseguire - di eliminazione del divario esistente tra il Mezzogiorno e il resto del paese». Certi discorsi che « Nord e Sud» ha fatto a proposito dell'Università calabrese, e che attendono ancora risposte definitivamente soddisfacenti, acquistano pertanto un rilievo nuovo e più a1npio, esteso dalla Calabria a tutto il Mezzogiorno, nella linea di rifiessione che Sarace110 ha suggerito a Bari. E la stessa considerazione vale per i discorsi che « Nord e Sud» ha da tempo avviato sulla distribuzione regionale delle sedi della ricerca scientifica, che potrebbero costituire, se prevalentemente localizzate nel Mezzogiorno, un fattore decisivo del suo sviluppo in senso metropolitano e l'occasione per un recupero del ritardo accurnulato dal Mezzogiorno nelle prùne fasi della rivoluzione industriale ed urbana che ha trasformato e sta trasformando l'Italia. L' << area della ricerca » nel cassetto A Bari, alla « tavola rotonda» sul lvlezzogiorno, si è accennato anche alla ricerca scientifica. E se ne è accennato, naturalmente, per sottolinearne ancora il valore - ove praticata e sostenuta - ai fini dello sviluppo economico delle regioni nieridionali. A questi accenni viene da pensare subito all'area napoletana della ricerca scientifica e alle sue viçende; e viene da chiedersi se vi sia ancora il modo e il tempo perché un'iniziativa proposta in ter1nini molto precisi già anni fa, e proposta per la prima volta proprio a lVapoli (dove, in genere, le novità giungono di rimbalzo) possa tradursi in pratica e non naufragare nel mare delle occasioni perdute. I pericoli di naufragio non sono pochi. anche se il sindaco di Napoli, in un discorso « programn1atico » tenuto in Consiglio comurtale il 28 febbraio, ha « ribadito l'impegno» dell'amministrazione civica in favore dell'area della ricerca. In realtà il Comune non deve far molto per l'area della ricerca; l'inconveniente è che il poco che esso deve fare, è circa un anno che non lo fa. E, abneno formalniente, è per questo che l'iniziativa è bloccata. 64 Bibiiotecaginobianco --

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==