I Una politica per l'occupazione nelle seguenti direzioni: 1) le forze ,di ,lavoro sono diminuite di oltre 300 mila unità; 2) gli occupati in ag.ricoltura sono anch'essi diminuiti in n.um.ero ,di 750 mila circa; 3) gli· occupati nei settori extra-agricoli so1 no aumentati di 400 mila. È facile constatare come, per essere in linea col Piano, nei prossi1ni due anni le forze -di lavoro dovrebbero aumentare di 1.280.000 unità e gli occupati nei settori extra-agricoli di 1 milione circa. In anticipo sui tempi è soltanto l'esodo dall'ag.ricoltura: gli occupati nel settore agricolo sono infatti già al di sotto (di 132 mila unità) rispetto a quelli previsti per il 1970. S9no dunque soprattutto due le direzioni nelle quali no11 si marcia co·me previsto: è m·ancato l'aumento delle forze ·di lavoro e i settori extra-agricoli no·n riescono a creare un volume di occupazione sufficiente. Ma il fenomeno che ha giuocato un ruolo forse decisivo è stato l'esodo dall'agricoltura. Esso si sta verificando ad un ritmo assolutamente più celere ed intenso di quanto non si fosse previsto. Si pensava che le forze di lavoro avrebbero lasciato l'agricoltura in corrispondenza con l'andamento degli altri settori produttivi e quindi •con la loro capacità di assorbire mano.dopera; invece ciò non è accaduto. Si è messo in moto, nel settore agricolo, u11 processo autopropulsivo di espulsione della manodopera, che fa registrare una diminuzione di addetti in forma di vera e propria « fuga » e che ha una cade·nza biennale (- 412 mila addetti nel 1964; - 341 mila nel 1966; - 327 mila nel 1968). Si tratta, evidentemente, di un fenomeno che inci,de largaimente su almeno due aspetti ,della situazione: tende a tenere basso il totale delle forze di lavoro ·e re·ca un contributo no,n indifferente all'entità ,d·ei non occupati. Quanto ai setto.ri extra-agricoli, come si è detto, essi non hanno rivelato una sufficiente capacità di assorbimento. Dei 400 mila nuovi occupati registrati tra il 1965 e il 1968, circa 300 mila so110 rifluiti v,erso l'in-dustria e 100 mila alle « altre attività ». Un ritmo assolutamente inadeguato, anche se non fossimo in presenza di così massicci fenomeni di movimenti nella manodopera. Per il settore industriale si de,,e tener.e conto -di un particolare importante: l'aumento degli occupati si è verificato so.Io a partire dal 1967 ( + 82 mila) e ha dato frutti più cospicui soltanto nel 1968 (+ 202 mila). Sono i frutti della ripresa produttiva, iniziata nel 1966, che cominciano a spuntare ,e che costituisco·no l'aspetto più importante di tutto il problema -dell'occupazione. Perché è chiaro che se il settore industriale non è in grado di svilupparsi ad un ritmo che consenta un assorbimento co,s,picuo di m·anodopera, non 57 B_biiiotecaginobianco
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