Nord e Sud - anno XVI - n. 111 - marzo 1969

. ' I , Editoriale Delle sempre più gravi disfunzioni che si avvertono nello svolgimento dell'àttività parlamentare si parla co11se1'npre ,naggiore insistenza e sono molti coloro che si chiedono se il punto d'arrivo della crisi che investe il funzionamento delle Camere non sia ormai chiaramente ravvisabile, tanto vicino da non poter essere più scansato: la paralisi del « sist~ma ». Ma si può dire che la crisi delle Camere sia soltanto la proiezione di un'altra e più grave crisi, quella che investe i partiti? Noi non crediamo che si possano semplicisticamente addebitare ai partiti, soltanto ai partiti, tutte le disfunzioni che ritardano ed appesantiscono i lavori parlamentari. Ci sono disfunzioni che derivan,o dall'in,vecchiamento di quei regolamenti dei quali si invoca giustamente la riforma e ce ne sono che derivano dall'eccessivo carico che la legislazione n1inore comporta, congestionando i programmi di lavoro delle Camere. Di qui due esigenze: quella di snellire e semplificare e aggiornare le « procedure » che regolano i lavori parlamentari; quella di accelerare l'attuazione dell'ordinamento regionale e quindi il decentramento della legislazione minore dalle Camere alle assemblee regionali. Quando ci si domanda « a che cosa servono le Regioni », la risposta può essere appunto questa ( tra le altre, che si riferiscono all'articolazione territoriale della politica di programmazione): la legislazione minore può e dev'essere in gran parte decentrata. Ne deriverebbe l'eliminazione di talune tra le cause che determinano le disfunzioni lamentate nello svolgimento dei lavori parlamentari. D'altra parte, ci sono serie preoccupazioni che devono essere tenute prese11ti: per non creare tante Sicilie quanto sono le Regioni a statuto ordinario previste dalla Costi• tuzione, con governi regionali impotenti e bersagliati dal cecchinaggio dei « franchi tiratori» tutte le volte che si intravede la possibilità, per alci,ni consiglieri regionali, di essere promossi assessori al posto di altri assessori; p·er evitare che l'ordinamento regionale decada nelle forme deteriori del parlamentarismo regionale, invece di correggere le disfunzioni derivanti dal parlamentarismo nazionale, e costituisca un incentivo nuovo alle degenerazioni della democrazia in partitocrazia e correntocrazia, è necessario garantire la stabilità dei governi regionali. Non sarà possibile forse attuare quel disegno di «_Regione presidenziale» di cui proprio « Nord e Sud» ha sollecitato la presa in considerazione; ma 3 Bibliotecaginobianco

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