.. Antonio Ghirelli I S\ gono ormai gravir,sime le tensioni interne e le spinte centrifughe » del sistema, e qv.indi si supera « lo schema del XX Congresso, che vide in ·ess·e soltanto· il ritardo delle sovrastrutture sulla struttura ». È per più aspetti evidente che, con questo intervento, la Rossanda manifestava più chiara1nente dei suoi compagni di tendenza la sostanziale assunzio:ne del pu11to di vista di Pechino, come del resto ebbe a confermare nell'ulti1na parte del suo discorso, quan,do sollecitò una linea di lotta sostanziata da « una ininterrotta rimessa in causa dal basso » e stabilì un'identità positiva tra « la questione d·el ·passaggio al co,munismo », da porsi « sin d'ora » e « il senso in cui, p•ur con dei limiti, si muove la rivoluzione culturale cinese ». A suo avviso, una simile scelta strategica e tattica corrisponderebbe alla « natura » che Gramsci diede al PCI « come tentativo di fondare in o,ccidente tutta la ispirazione rivoluzionaria e libertaria di Marx »: il •partito nuo·vo, in altri termini, ·che }a destra amendoliana con·c·epirebbe invece « come una formazio11e a mezza strada fra leninismo e socialdemocrazia ». I gruppi frazionisti ,di Padova, di Livorno, di Milano, us,citi da tempo dalle file ·del Partito e co,llegati direttamente co·n cinesi ed albanesi, trovavano finalmente il loro portavoce al microfono del Congresso, anche se formalmente la Rossanda riaffermava la propria ortodossia, conciliando Mao co11 Dubcek e Gramsci con Henver Hodja. Giovedì 13 prese la parola l'ultimo espone11te del quartetto estremista, il deputato napoletano l\tlassimo Caprara, la cui indipendenza dal gruppo di potere amendoliano aveva finito per tradursi in una situazio-ne di isolan1ento locale e trovava un imprevedibile sbo,cco nell'a•d.esione alla « nuova sinistra ». Capirara, senza accenti apocalittici e in apparenza senza grande entusiasmo, si allineava dichiaratamente sulle posizioni di Pintor, ricusando la politica della « nuova maggioranza » come « velleitaria, non realistica, in ultima analisi avventurosa ». Al suo posto, per realizzare « una alternativa al sistema », sollecitava anch·e lui, come lo stesso Pintor e Natoli, « una riform·a istituzio 1 nale che va,da ben oltre i limiti della semplice attuazione -costituzionale », ossia « una riforma dal basso » mediante la « costituzione d.i una rete di organismi o•perai autogestiti », un tessuto « di d·emocrazia di base », nel quadro di una batte.glia che collega « le lotte di ogni giorno alla visione d'insieme ed agli sbocchi rivoluzionari ». Una specie di prospettiva jugoslava. La confutazione dell'eresia estremista, avviata nel corso del dibattito da vari ,espon·enti del centro e del centro-destra, non escluso qualche accenno paternalistico dell'on. Ingrao, sarebbe venuta com44 Bibiiotecaginobianco
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