Antonio Glzirelli ~) che l'abbandono di ogni forma di esclusivisn10 e presunzione di partito », naturalmente sopirat,tutto in rapp,orto « al problema, forse pitt import·ante, che sta oggi davanti a noi, e che è quello della saldatura co•n una generazion,e nuova ·che presenta alc~ni tratti co,muni ». Ma se la visione di Berlinguer emergeva con chiarezza, imponendo,si nel •diba,ttito congressuale com,e la più matura ed equilibrata, nep,p,ure nel suo, come negli altri interventi, veniva fatto di s·coprire i modi concreti, organizzativi, nei quali il cauto ridimensioname11to del « centralismo democratico » potrebbe essere realizzato. Il Congresso non aveva dato seguito al cauto accenno iniziale di Longo, la mozio,ne finale non ne avrebbe tenuto conto; e quanto allo stesso Berlinguer, negli ultimi paragrafi delle sue « conclusioni », egli non sarebbe andato oltre qualche accenno generico, come l'invocazione di « un'azione pratica ed anche di approfondimento ideale e culturale », di un rinnovamento del « vero stile e costume comunista di lavoro » fon,dato « sulla lealtà » e che « nella libertà e nel rispetto per ogni opinione, non solo escluda ogni manifestazione aperta di frazione, ma sia volto a sup,erare tendenze non ancora del tutto scomparse dello spirito di gruppo e anche certe furberie che, più che il partito, mortificano chi le pratica ». Si ritorna, con una certa monotona astrattezza, al famoso « Partito nuovo » vagheggiato dall'on. Togliatti, che dalle disastrose esperienze frontiste era passato all'illusione delle « organizzazioni di massa », per trasformarsi nell'utopistico « partito unico dei lavoratori » che di tanto in tanto l'on. Amendola o lo stesso Longo lasciano intrave.dere come il fil di fumo della nave democratica di Pinkerton per la piccola borghesia-Butterfly non comunista. Il Congresso non è riuscito ad esprimersi con evidenza neppure sul problema dello scioglimento della Federazione Giovanile, invocato ancora durante i suoi lavori dai delegati di sinistra (soprattutto Ariemma e Pagliai), ma duramente e sarcasticamente deprecato dall'on. Terracini: « una radicale revisione della sua struttura organizzativa porterebbe di fatto alla demolizione della FGCI, riisucchi,ata da un·a indeterminata fu,nzionalità demo,cratica di base, di cui sarebbero espressione informale certi collettivi vaganti ed estemporanei. Per questa via, la FGCI per darsi una ragio,ne di vivere, rinuncerà a vivere ». S'è già osservato che anche nella realizzazione più immediata della « via ,democratica al so·cialismo », cioè dell'atteggiamento da tenere verso il Governo e la maggioranza di centro-sinistra, il Congresso ha mancato di configurare una linea tattica risoluta. È il « limbo» cui alludeva l'intervistatore televisivo dell'on. Berlinguer. 38 Bibiiotecag inobianco
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