--- Antonio Ghirelli 1 ~ precise: quando,, dove, con cl1i e co11tro chi ». Un .discorso realistico, che co·nduceva l'ex-presidente della Costituente al nodo cruciale del problema: la « strategia ,delle alleanze e delle riforme ». Lo sviluppo del dibattito, la certezza dì tenerne saldamente in pugno le fila e al tempo stesso, probabilmente, l'irritazione per il dissenso apertam·ente palesato dagli sparuti rappresenta·nti della « nuov.a sinistra », in·duoevano il Segretario Generale a rincarare la dose, nel disco•rso di chiusura pronunciato il giorno 15. Longo poneva a tutto il partito il traguardo « di un grande balzo in avanti, che ci ·consenta di bruciare ritar.di, meto,di ·di lavoro e di direzio,ne burocratici, tendenze ad un'attività di pura amministrazione delle forze del partito, incapacità residue di collegarsi con le masse », tanto per acco,ntentare Jngrao, ma avvertiva Pintor con durezza quasi staliniana: « non serve a questo, evidentemente, il rivoluzionarismo verbale, che spesso si fonde con l'opportunismo e con il riformismo spicciolo, con il personalismo ed un deteriore elettoralismo, o·ppure con forme di presunzione intellettuale ». Una scarica a pallettoni che, in altri tempi ed in altri paesi, sarebb·e suonata come un'esecuzione capitale. Chi si incaricava di sistemare in maniera più dialettica il rifiuto dell'estremismo nel quadro della strategia di fondo- del partito, mediando con sfumata abilità anche le esigenze della base e del gruppo .di Ingrao, se non le smanie castriste della « nuova sinistra», era l'on. Berlinguer. Nelle sue « conclusioni » ai lavori del Congresso, il Vice-Segretario Generale forniva proprio a qu-esto riguardo una prova decisiva delle sue risorse politiche e,d intellettuali, ripensando in chiave neo-marxista tutta l'esperienza del movimento operaio occidentale nell'ultimo cinquantennio e separandola, con cauta delicatezza, dall'esperienza sovietica. La differenza di tono politico e di impegno teorico tra il suo intervento e quello di Longo, appariva evidente agli o,sservatori più attenti. Berlinguer partiva da u-na constatazione più radicale di quante a1nmissioni avessero fatte i più critici oratori da cui era stato preceduto: le « divisioni », i « contrasti », i « ritardi » che erano già stati vagamente .denunciati, venivano inglo 1 bati in un qua·dro più ampio: « forse mai com.e in questo momento - diceva Berlinguer - sentiamo che vi è un divario grande, una co•ntraddizione tra la forza e la funzio 1 ne storica del nostro movimento e le possibilità nuove di avanzate e di vittorie da una parte, e il peso effettivo che esso esercita nella situazione mondiale dall'altra; peso certo grande, ma inferiore alle possibi,lità ed alle n1 e·cessità del momento ». Era qualcosa di più di 36 - Bibiiotecaginobianco
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