I Che cosa offre Berlinguer cinesi) era emerso con nitidezza, al -di là della formali professioni di entusiasmo per le tendenze anti-capitalistiche ed anti-autoritarie. Il Segretario Generale aveva sollecitato « u110 sbo,cco costruttivo ed unitario a tutte le spinte più avanzate » a·nche per « impedire che si disperdano· in sterili esplosioni ». Partendo dal presunto fallimento, già sco·ntato, -dell'attuale Governo ,di centro-sinistra, Longo non si era nascosto i p·ericoli della situazione e i doveri incombenti sulle forze di sinistra, ma aveva riaffermato principi inalterabili: « noi non pensiamo affatto che tutto possa e ,debba ricondursi al movimento e alla spinta dal basso. Né siamo per qualsiasi movimento _pur che sia e comunque si manifesti, in un·a concezione spontaneistica della lotta di classe ». E più concretamente, accenna,ndo alla co,ndizione delle « masse in 1novimento », il vecchio dirigente av·eva riconosciuto l'esistenza di « importanti fo·rze di opposizione di sinistra » oltre ai comunisti: « se dovessero prevalere coloro che vogliono staccare le avanguardie dalle più larghe masse popolari, allora veramente diventerebbe più difficile ogni progresso verso la trasformazione social 1 ista .della so·cietà ». Se questa propo~ sizione non fosse stata sufficientemente chiara, Longo la rendeva esplicita po·co dopo, quando· ricordava che « l'esperienza e l'elaborazione del movimento comunista ed operaio sono del tutto univoche sulla nec•essità, per un movimento rivoluzionario, di condannare ed isolare manifestazioni di tipo anarchico, che distacchino ristretti gruppi dalle grandi masse, portandoli spesso allo sbaraglio. Certo,, forme nuove di lotta vanno sempre sperimentate, allo scopo di mettere a frutto l'inventiva delle masse. M.a l'obiettivo deve essere sempre quello di interessare alla lotta democratica e socialista grandi masse o,peraie e popolari, e anche di piccola borghesia ». Ai principi così delineati, e che ovviamente riecheggiano l'interpretazione più o•rto·dossa del pensiero di Marx, di Lenin e anche di Stalin, si richiamavano nel corso •del dibattito molti esponenti dei gruppi di centro e di centro-destra. Rabbiosa, quasi sprezzante era la condanna pronunciata da Giorgio Amendola contro « l'estremismo che rigetta la linea Gramsci-Togliatti di avanzata democratica al socialismo, per riproporre vecchi mo·duli più volte sco,nfitti nelle drammatiche esp·erienze ,del movimento o·peraio »; ironica e spiritosa la rievocazione ·da p•arte di Terracini di un vecchio incontro con lo stesso• Lenin, utilizzato a guisa di apologo per denunciare la vacua astrattezza del rivoluzionarismo verbale: « biso·gna fare il calcolo delle forze, considerare le possibiljtà del successo, esaminare le condizioni obiettive e soggettive, e poi fo·rmulare delle proposte 35 Bibiiotecaginobianco
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