t Augusto Graziani di misurare, in relazio,ne· ad ogni prog-etto di investimento,· il rapporto fra va1lore presente dei benefici e valore presente dei costi, conglo·bando n·ei costi sia i costi iniziali :di impianto che il valore presente dei costi correnti di esercizio. Una s:econd-a corrente di pensiero suggerisce invece di valutare ogni investimento secondo il livello del così detto « rendimento interno », e cioè seco·ndo il tasso di sconto ideale· al quale il valore presente dei benefici, -depurati dei costi correnti di esercizio, risulta uguale al costo iniziale di impianto. Si deve no,tare subito, che· non pochi esperti hanno soJlevato obiezio,ni di principio contro l'applicazione del tasso di rendimento interno, mostrando come, in taluni casi, la misurazione· di tale tasso possa dare luogo a-d ambiguità. Infat 1 ti, se l'investimento in questione presenta re·ndimenti fluttuanti nel tempo (e cioè anni di util 1 e netto positivo alternati a1d anni ,di perdita), il calo,colo ·del rendimento interno può ·risultare ambiguo in qu.anto possono p1 resentarsi soluzioni multiple. Con questo argomento· -di natura formale, no·n pochi hanno ,escluso la possibilità di applicare la formula del rendimento interno allo scopo di stabilire una graduatoria fra pro·getti. Si 1d·eve osservare tuttavia che non sarebbe corretto accantonare una formula solo in base ad argomenti di natura formale, senza prima stabilire quale sia il significato esatto della graduatoria stabilita in base al re11dimento interno e per quali a-spetti tale graduatoria differisca da quella stabilita in base al rapporto tra ben·efici e costi totali. La differenza fra le due formule, non è difficile da individuare. Se n.oi seguiamo il primo criterio, -emisuriamo i benefici di o.gni investimento in rapporto a tutti i costi, presenti e futuri, il gruppo di investimenti scelto p-er l'esecuzione sarà quello che massimizza il rendimento rispetto all'in.sieme di tutti i costi, presenti e futuri, che dovranno essere affrontati in relazione agli investimenti stessi. In qu.esto modo, si finisce, quindi, per considerare· co,me risorsa scarsa, ritSpetto alla quale il rendimento deve essere massimizzato, tutti i fondi impegnati nell'investimento, sia quelli impegn.ati nell'impianto iniziale, sia quelli impegnati nella cop·ertura dei costi futuri di esercizio. Se viceversa seguiamo la seconda impostazione, noi misuriamo i rendimenti, al netto ,dei costi· di esercizio, in relazio·ne alle sole spese iniziali di impianto. In questo modo, vengono- considerati come risorse scarse i soli fondi impegnati nelle spese iniziali di costruzione, mentre si assume implicitamente che le spese di esercizio dovranno essere co.perte· dai ricavi correnti annuali. Infatti, i rendimenti vengono massimizzati in relazione al solo investimento iniziale. 22 Bibiiotecaginobianco
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