Nord e Sud - anno XVI - n. 111 - marzo 1969

Antonio Pellicani ]e caratteristiche del periodo torinese, che consistevano nell'impegno di farsi interprete ed edu,catore delle masse attraverso un legame continuo e diretto con l'autentica esperienza operaia, nel rapporto critico ma sempre aperto con la più moderna cultura italiana, nell'ambizione: generosa di dare « voce » e maturità al moto proletario so,rgente dal basso. Solo più tardi la cocente sconfitta subìta in Italia, l'affermarsi della tesi staliniana del socialismo in un solo paese e certo anche la degenerazione del potere politico in Unione Sovietica, indussero Gramsci a rip•rendere la giovanile tematica democratica e nazionale, a rivalutare il peso e l'importanza delle condizioni nazionali della rivoluzione e dei fattori sovrastrutturali in esse. È questa la terza fase del pensiero gram,sciano, quella dei Quaderni del carcere, di cui Cammet sottolinea come filoni essenziali l'attenzione che Gramsci dedica alle condizioni spirituali tipiche della realtà italiana e - in connessione a questa - soprattutto il ripresentarsi con nuova maturità di una concezione del socialismo come mo,to crescente dal basso verso l'alto della società civile verso quella politica, attraverso la tematica dell'egemonia. Anzi, è proprio nelle considerazioni relative alla concezione egemonica di Gramsci che ci pare si possa vedere la chiave di volta della posizione critica di Cammet e di tutta questa sua ricerca, la quale svolge appunto in modo prevalente l'interpretazione della egemonia come via de1nocratica e nazionale al socialismo, cioè come la via che 11 marxismo italiano di oggi deve saper assumere dal magistero gramsciano, inserendola e concretandola attraverso una puntuale conoscenza delle condizioni della nostra società. Perciò, pur non mancando nel libro numerosi altri motivi di interesse e di discussione, pare opportuno sostare, per alcune parziali considerazioni, su questo tema, in cui è, ci sembra, la propo·sta politica pii.1 precisa ed insieme di più ampio respiro di tutta l'opera di Cammet. Come è noto, i comunisti sostengono eh.e la via gramsciana della egemonia non sia sostanzialmente diversa da quella leninista dell'instaurazione violenta della dittatura proletaria, e non partii a risultati diversi: essa sarebbe so1tanto· la variante pacifica, suggerita da certe considerazioni nazionali ed internazionali, di quel 1nedesimo processo rivoluzionario. Cammet sostiene al contrario che Gramsci delinea con la via egemonica una strategia op,posta a quella leninista, una strategia tipicamente democratica, in quanto fo,ndata sulla ricerca. del co,nsenso prima della conquista del potere e proprio al fine di tale conquista; e che inoltre l'egemonia configura un diverso e democratico esercizio del potere stesso, in quanto fondato anch'esso sul consenso dei governati ed articolato in forme - per così dire - aperte ad un continuo ricambio dal basso. Che la ricerca gramsciana sia vo,lta proprio nel senso indicato da Cammet è comp,rovato, fra l'al1 tro, da due fatti che vale la pena di ricordare. · Il primo è che nei Quaderni dt:.l carcere la riflessione muove dall'esperienza della sconfitta, la· quale portò Gramsci a riscoprire la sostanziale diversità della situazione italiana da quella russa e l'astrattezza di una prospettiva rigidamente rivoluzionaria in una società articolata e complessa sul 126 Bibiiotecaginobianco

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