Nord e Sud - anno XVI - n. 111 - marzo 1969

I Gli investin1enti pubblici: logica o intuizio11e? vestimento· sia stata m1 odellata sul caso ,dell'investimento marginale. Quando viceversa ci si volge ad esaminare i casi rilevanti di inve·stimento pu·bblico, ci si accorge facilmente che il caso dell'investimento marginale passa in seconda linea. I casi rilevanti di investimento pubblico, al giorno d'oggi, non sono quelli del piccolo investime·nto destinato a lasciare i11tatta la struttura economica della regione nella quale viene eseguito. I fo11di pubblici destinati all'investimento al giorno d'oggi vengono utilizzati proprio là dove la struttura eco1 nomica risulta, per qualche aspetto, non soddisfacente. La funzione tipica e preminente dell'investimento pubblico è d11nque quella di alterare la struttura dell'economia, ·e l'investimento tipico del settore pubblico deve essere consjderato q11ello strutturale, non quello marginale. È chiaro quindi che la lo·gica delle scelte basata sul controllo del mercato e modellata sui problemi dell'investimento privato non può trovare applicazione nel campo dell'investimento pubblico se non in misura molto limitata. Il secondo punto, di rilevanza anche maggiore, riguarda la definizione degli obiettivi. Nell'opinione di coloro che vorrebbero applicare all'investimento pubblico i criterii di efficienza del mercato, l'obiettivo dell'investimento pubblico è quello di accrescere il reddito nazionale. Questo obiettivo, chiaramente derivato dall'obiettivo priivatistico di massimizzare il profitto aziendale, risulta tuttavia inadeguato a rappresentare i fini dell'azione pubblica. È ormai largamente riconosciuto che l'azione pubbljca n 1 campo dell'economi,a non può essere concepita come finalizzata ad uno scopo singolo. Caratteristica dell'azione pubbljca è quella di rispon 1dere ad una moltepl,icità di fini, di natura economjca e sociale. L'azion~ dello stato tende sì ad accrescere il livello del reddito nazionale, ma ten·de anche ad eliminare la disoccupazione, a stabilizzare la congiuntura, a ridurre le diseguaglianze nella distribuzione dei redditi, a comprimere i consumi ritenuti superflui, a stimolare quelli considerati giovevoli, a migliorare l'istruzione, a diffondere la cultura, e via dicendo. Tutto questo insieme di 1obiettivi conferisce all'investimento pubblico un carattere di multidimensionalità e fa si che gli obiettivi dell'azione pubblica non possano essere sintetizzati in un o,biettivo unico, ma debbano essere rappresentati come un coacervo di scopi dive·rsi. Se gli obiettivi fossero tra loro compatibili, la molteplicità ,degli obiettivi non sarebbe fonte di alcuna difficoltà. Ad esempio, l'obiettivo di accrescere il reddito nazion.ale e quello di migl1iorare l'istruzione pubblica rappresentano un caso di obiettivi concomitanti, in quanto perseguendo il secondo e formando 9 Bibi io~ecag inobianco

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