I Cronache e Me,norie nalità energica e attraente, che fin dal suo apparire aveva spiccato solitaria tra gli scrittori politici della sua generazione. Questo libro di saggi, Le garanzie della libertà, esce postumo. Altri volumi seguiranno nei prossin1i mesi, raccolte di studi storici e politici, inediti o introvabili. Sap·piamo del resto che avrebbe dovuto portare a termine, in tempo brevissimo, una storia d'Italia dopo la Resistenza, ampliare uno studio sui partiti italiani durante la prima guerra, arricchire di nuovi capitoli il suo Profilo di Tocqueville, correggere le bozze di una storia dell'età della -Controriforma. La varietà degli argomenti indica una simultaneità di interessi e una regolarità di lavoro· fuori del comune. Si può immaginare con che impegno avrebbe percorso il suo cammino, con quale pienezza ormai di conoscenze storiche e di prospettive politiche, se la sua stagione non fosse stata interrotta. Ma già dagli sparsi frammenti della sua « opera in progresso » si può misurare quanto la cultura e la vita 1norale del nostro paese abbiano perduto con la sua sco,mparsa. Sarà un amaro compito per gli amici di dover parlare di lui come se fosse ormai un personaggio storico o una figura letteraria già delineata e intera, e non l'uomo puro, libero, appassio-nato che ha lasciato la sua immagine in un messaggio incompiuto nel quale il nostro tempo inquieto può riconoscersi. MARIO PANNUNZIO Borse di studio ''Mario Pannunzio,, di Franco Libonati Chi ha conosciuto Mario Pannunzio sa come egli fosse restio a ognj manifestazio-ne che, anche senza essere una cerimonia ufficiale, avesse però le caratteristiche dell'ufficialità e fosse accompagnata da quei riti e convenevoli sempre uguali in ogni tempo e in ogni paese. Quando « Il Mondo» celebrò i suoi 10 anni di vita, l'avvenimento, per volontà del direttore, non venne affatto festeggiato· e tanto meno ricordato sulle colonne del settimanale. Gli è che Pannunzio era contrario a qual si vo1 glia retorica. Rifuggiva per sua natura e temperamento da rumo,ri e clamori. Avvenne cosi che un modesto dono, un orologio da polso, che la società editrice del settimanale gli aveva· destinato, venne consegnato quasi alla chetichella sulla soglia della porta che si apriva nel suo studio alla redazione de « Il Mondo », significandosi così da lui stesso che non era il caso di fermarsi nemmeno per un istante a lumeggiare il motivo del dono. È facile allo:ra immaginare l'imbarazzo -dei suoi amici e compagni di lavoro desiderosi di rendere omaggio alla sua memoria in occasione dell'anniversario •della sua scomparsa, il dieci febbraio prossimo. Ed è 103 Bibliot caginobianco
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