.. "" Cronache e Memorie zione in cui viviamo e ricordiamoci che ogni riforma va adattata al corpo delle cose, e che sistemi elettorali, partiti, sindacati, apparati, sono figli del suffragio universale, un fenomeno cioè naturale, e quindi irreversibile e necessario. Ogni giudizio moralistico è incongruo. Meglio queste pesanti macchi11e un po' arrembate, i partiti moderni, che danno tuttavia u11 senso di vitalità e di disciplina, riuscendo almeno a concentrare l'opinione pubblica su problemi generali e omogenei, piuttosto che i vecchi aggregati di clientele, le sparpagliate « alleanze degli eletti », fantasmi di un passato ormai sotterrato. Del resto, i guai dei nostri partiti non sono né diversi né n1aggiori di quelli dei partiti inglesi o americani. Né la democrazia spontanea, come ha dimostrato Gaetano Mosca, è mai esistita in natura. Non esisteva certo col collegio uninomi11ale. Guardare ai partiti co.me a mostruose potenze infernali, vuol dire entrare nel campo della demo·nologia, e abbandonare qt1ello della politica. De Caprariis non ha dubbi sul primato della dottrina liberale fra le ideologie n1odeme in contrasto, che si presentano oggi co,me se ognuna d'esse fosse in grado di risolvere globalmente i problemi della convivenza sociale. La fiducia nel liberalismo e nella democrazia no11 è intaccata dalla consapevolezza del loro attt1ale svilimento. Il metodo liberale, quando non diventi uno stanco atteggia1nento di co,nservazione, è il segno di una civiltà adu.lta, capace di ricevere continuamente dal basso, lo stimolo 1 al rinno·van1ento, carica di una forza creativa incomparabile. « Conosco per averla studiata nei suoi testi fondamentali » scrive de Caprariis in una pagi11a che si potrebbe mettere a co·nclusione di tutti i suoi pensieri « la critica liberale della democrazia, l'analisi delle sue insufficienze e dei pericoli che sono in1pliciti nel suo spiegarsi, e tuttavia mi pare che questa critica, se ci rende avvertiti ,dei rischi cui andiamo incontro, se co,nsiglia di mettere da parte 01 gni entusiasmo ottimistico, no,n distrugge e non può distruggere la co11vinzione ragionata che il regime democratico, un regime, cioè, fondato sull'ordinato confronto delle idee, sulla libera co,mpetizione dei partiti, sul pacifico avvicendamento dei governi, sulla garanzia costituzionale delle libertà fondamentali, la convinzione, ripeto, che questo regime, se non è perfetto, è pur sempre il migliore che sia stato· escogitato finora ». Fatto singolare: questi saggi, che ap-paio•no legati da una connessione costante e che finiscono per assumere un carattere di vero e. proprio trattato di teoria politica e costituzionale, sono nati dall'occasione, in tempi diversi, nel fuoco della polemica: un congresso socialista fornisce a de Caprariis l'opportunità .di intrattenersi sugli appa- , rati; una tavola rotonda gli fa rimeditare la qt1estione delle élites e 101 Bi.bliotecaginobianco
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