/vlario Pannunzio politica reale di giorno in giorno sì trova impreparata. Chi sco,rra queste Garanzie della libertà così compiute e stimolanti, mosse di tanto• in in tanto da una specie di slancio oratorio·, vede disipiegarsi lo spettacolo del nostro presente, co,me in una vasta rappresentazione teatrale, con i suoi personaggi in abito di guerra, i suoi scenari agitati. E si direbbe che l'osservatore sia tentato qualche vo,lta di uscir di platea e di saltare anche lui sul palcoscenico. Sono presenti sulla scena i nuovi protagonisti del secolo, i partiti di massa, i sindacati, gli enti pubblici, i gruppi di pressio,ne, le oligarchie economiche: co,me innestare questi organismi viventi e desiderosi di potere nelle istituzioni democratiche dello Stato? Co1 n quali regole e co,n quali pro,spettive di promozione sociale e di garanzie liberali? C'è il problema dei partiti, associazioni private, riconosciute per così dire di sbieco dalla costituzione, ma che sono oggi depositari di un potere imn1enso•. C'è, legato al primo,, il fenomeno nuo,vo degli « apparati » dei partiti, la cerchia subalterna dei funzionari, propagandisti, pubblicisti, fig,ure anonime, che .minacciano la libera vita interna delle loro organizzazioni, con l'irresponsabilità delle burocrazie di tipo industriale. Ci sono, peggio ancora, i gruppi di pressione, categorie ambigue di cittadi11i associati nella difesa di speciali privilegi, formazioni prive di controlli, ma potenti e misteriose. È lecita la loro esistenza in regime democratico? E, d'altra parte, l'attuale sistema elettorale, sottoposto alla disciplina ferrea dei leaders carismatici, non alimenta una specie di mandarinato autoritario, indebolendo e alla fine distruggendo il potere esecutivo? Dovremo dunque tornare al collegio unino,minale? E l'istituto regionale, sul quale da un secolo si discute invano in Italia, potrà favorire la creazio·ne di quei contrappesi, che Tocqueville già invocava in minuscoli centri di potere, nuove forme ,di un moderno feudalesimo? A tutte queste domande de Caprariis risponde col suo modo caratteristico, pieno di sfida e di realismo. A differenza di tanti teorici che non conoscono se non sulla carta la vita interna degli organismi democratici, il nostro giovane storico ha una rara esperienza di uomo di parte che gli ha fatto conoscere fino nelle viscere gli ingranaggi delle nuove macchine del potere. Cita Tocqueville: « Le libertà no,n si po1 ssono tutelare al livello dei meccanismi costituzionali, come preten-deva il garantismo dottrinario, ma devono esser fatte valere al livello della società ». In una società, dunque, cl1e si rivela come non mai pressante, flui.da, ramificata, diamo pure uno statuto giuridico ai partiti, regoliamo gli apparati, controlliamo i grup·pi di pressione, istituiamo le regioni, mettiamo a punto il sistema elettorale, riformiamo il parlamento, ma innanzi tutto proponiamoci un esame generale della condi100 Bibiiotecaginobianco
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