Nord e Sud - anno XVI - n. 109 - gennaio 1969

La sinistra non co111unisla in P'rancia zione controlla la vita della sezione, il segretario federale manovra l'assemblea federale e la direzione centrale manovra il Congresso Nazionale, che del resto non si tiene ·mai più di una volta all'anno. A sua volta la direzione centrale è forte1nente condizionata dalla personalità del Segretario generale. In definitiva, è il Segretario generale che domina la SFIO e nessuno, negli ultimi ventidue anni, è mai riuscito a minacciare seriamente la sua posizione. Questa posizione è del resto difficilmente attaccabile. La Segreteria controlla la stampa del partito; controlla, attraverso i segretari federali, la vita delle sezioni e delle federazioni e può decidere della loro sopravvivenza, perché la base del partito non ha suf- - ficiente autonomia finanziaria per andare avanti se11za i contributi prelevati dai fondi gestiti dalla direzione centrale: controlla infine il Congresso Nazionale servendosi delle tecniche di manipolazione più raffinate. Il Segretario generale, in cambio del potere che il partito mette nelle sue mani, vota al partito una fedeltà assoluta. Il potere del Segretario generale non è quasi mai, nelle sue componenti essenziali, un potere personale, ma un potere messo al servizio del partito. Il partito è il bene supremo. I suoi interessi so·no al di sopra degli interessi di tutti: dei singoli, della società e dello Stato. È contro questo blocco straordinariamente compatto, in cui l'ambizione personale di un uomo e gli interessi di un partito, geloso del suo patrimonio « ideologico », spingono entrambi nel senso della conservazione, che si deve scontrare la Convenzione per imporre la sua concezione di un nuovo partito della sinistra. Il suo margine di manovra è abba- · stanza ristretto. In pratica la Convenzione non ha cl1e una possibilità: puntare tutte le carte sulla eventualità che all'interno della SFIO si sviluppi una forte opposizione alla direzione attuale; che questa opposizione riesca a scalzare Mollet dalla direzione del partito o ad imporgli sul serio una gestione collegiale; e che per raggiungere questo obbiettivo, cl1e di per sé non ha niente di particolarmente innovatore, si faccia interprete di certe esigenze di rinno·vamento ideologico, politico e strutturale. All'interno della SFIO l'opposizione contro la « dittatura » di Mollet sembra essersi cristallizzata attorno alla persona di Gaston Defferre. La rivalità fra Mollet e Defferre è vecchia di parecchi anni. Data senz'altro . dal 1962, anno in cui Defferre tentò l'esperienza della Grande Federazione - specie di combinazione di centro-sinistra aperta anche ai centristi - e Mollet gliela fece fallire, preferendo all'apertura verso il centro, l'intesa elettorale con i comunisti. Anche se il suo disaccordo con Mollet è sempre stato aperto e conosciuto da tutti, Defferre ha sempre rispettato scrupolosamente la disciplina di partito. Negli ultimi tempi, però, è usci~o allo scoperto ed ha dichiarato senza mezzi termini che il 91 Bibliotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==