Nord e Sud - anno XVI - n. 109 - gennaio 1969

Adriana Bich tivo. Cominciava infatti ad affiorare, nella nostra politica scolastica, quella certa « allarmata prudenza » che, insieme con « sfiducia nelle manifestazioni di attività dal basso », la Bertoni J ovine attribuisce già a De Ruggiero, successore immediato di Ornoqeo. Le ragioni di ciò sono varie, ma sono imputabili soprattutto ad alcuni settori politici che, per spirito di casta, per pavidità, per passatismo, temevano un rinnovamento profondo e reale che, introducendo nella scuola la libertà sentita « come principio religioso informatore della civiltà moderna », secondo l'intenzione di Omodeo·, avrebbe certo posto in discussione la validità di vecchi privilegi e di radicati pregiudizi. Omodeo, gà nel luglio del 1944 22 con amarezza dichiarava: « Ritengo che la demolizione di quanto avevo potuto• compiere sia stata ispirata dalla burocrazia ministeriale, che io intendevo ricondurre ai suoi stretti compiti ». Ma soprattutto, con acume di storico e lungimiranza di politico, osservava che « il ripristino degli esami aveva dato occasio·ne di scatenare la mobilitazione della canea reazionaria » contro di lui. Infatti, quando egli aveva ripristinato gli esami, intendendo così conservare allo Stato 1 l'assoluto controllo dell'istruzione pubblica, le forze della conservazione, mascherandosi sotto un vacuo pietismo, agirono in modo, da far apparire antidemocratico l'imporre un ritorno alla normalità degli studi, in un'epoca che invero era ancora assai poco normale. Su tutta la stampa di· destra si pubblicavano ad arte lettere di studenti, o sedicenti tali, contro questo provvedimento. Si organizzarono manifestazioni di protesta, che i giornali interessati commentavano con simpatia, ricorrendo alla facile retorica delle macerie, dei reduci, della miseria. Di vero c'era che, benché Omodeo avesse ·offerto ai clericali « una tregua temporanea, sulla base dell'esame di Stato, e del risollevamento della serietà degli studi, simultaneo nelle scuole dello Stato e in quelle confessionali », si volle cogliere l'occasione per far perdurare un clima di provvisorietà da cui la scuola pubblica era danneggiata, e traevano invece vantaggio quelle private, e per la verità non solo e non soprattutto quelle religiose; clima che intanto giustificava il rinvio sine die di ogni rifo1 rma sostanziale, che avrebbe reso davvero· democratica e funzionale la nostra scuola secondaria. ) E tutta la politica successiva, ualle polemiche alla Costituente per la formulazione dell'art. 33 sulla libertà dell'insegnamento, alla interpretazione bizzarramente estensiva che in certi ambienti si volle dare alla preçisazione « senza oneri per lo Stato », dopo che i laici erano riusciti 22 D. BERTONI Jov1NE, La scuola italiana dal 1870 ai nostri giorni, Roma 1958. 84 Bibiiotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==