Nord e Sud - anno XVI - n. 109 - gennaio 1969

Giornale a più voci sulla dorsale appenninica, con le case concatenate a grappoli sui fianchi di due monti, Torretta e Castello, alti ciirca 1000 metri. A valle, scorre un torrente. Il gruppo •di questi monti risulta formato da calcari, per lo più grigi, a liste e noduli di selce, st,ratificati, con intercalazione di scisti marmosi e argillosi, ricoperti da scisti silicei. I terreni sono in massima parte argillosi, e formano una plaga di medie alture, la cui caratteristica è quella della franosità delle falde. L'andamento ,delle stagioni è imprevedibile, mai regolare. Si va da un periodo di aridità, in estate, ad uno di gelate e piogge, in inverno,. L'econorr1ia è agricola, di autoconsumo. Grave è lo stato di abbandono e di arretratezza. Gli abitanti vivono non tanto con il prodotto del proprio lavoro, quanto con le rimesse ,degli emigrati. Questi, negli ultimi dieci anni, hanno superato le tremila unità. Il paese sta diventando semp 1 re più un triste dormitorio per una popolazione non più giovane. Circa due anni or sono, su questa stessa rivista, in una analisi sulle possibilità •di svilup,po del Melfese, alla cui zona appartiene San Fele, avevamo dato alcune indicazioni che riguardavano un diverso assetto economico del territorio montano (sistemazione del suolo, una economia silvo,pastorale, allevamenti zootecnici, trasformazioni sul 1uogo dei •prodotti ricavati) i11 dipendenza dello sviluppo in,dustriale-agricolo delle vicine zone collinari. Pensavamo ad uno sviluppo di proporzioni modeste, ma necessario se non si voleva J la scomparsa, non di una parte, ma di tutta la popolazione. Avevamo però concluso che era necessario correre se si voleva anche soltanto rimanere fermi. I Ebbene, se fosse rimasta ferma, San Fele sarebbe stata ancora fortunata. Ha provveduto, invece, una frana a trascinar via un quarti re aggrappato al Monte Torretta. Per di più, la frana ha chiuso la stracla che portava all'interno ·del paese, che ora può essere raggiunto con grande difficoltà per una via secondaria, stretta ed estremamente ripida e pericolosa. Numerose so,no le famiglie che hanno abbandonato le proprie abitazioni, facendosi ospitare in altr.i quartieri, per ora meno sfortunati. Qualche quotidiano e lo stesso notiziario televisivo hanno riferito brevemente dell'accaduto. Ma la notizia è stata data come se si trattasse di una semp,lice sciagura (tre morti e diversi feriti), alla quale un intervento pubblico avrebbe potuto successivamente porre riparo. L'ostacolo causato 1 dalla frana, ,si diceva, potrà presto essere rimosso. In fondo, basta togliere un po' di terra e rinforzare qualche casa pericolante. Delle promesse di lavoro, intanto, avrebbero « tranquillizzato » gli abitanti. Purtroppo, però, non è così. Il paese viene assalito dalle montagne un po' da tutte le parti. Per dargli una certa stabi 1 lità, bisognerebbe sfaldare gran parte •di un inante, bloccare con grosse opere ·di costruzione ogni ulteriore possibilità di frana, rimboschire quelle parti in cui è ancora possibile far crescere gli alberi. È un costo notevole, di molto superiore al costo dello spostamento e ,del trapianfo di quegli abitanti in un vicino grosso centro ,del Melfese. Perciò, dicevamo, la frana non è stata solo una ·disgrazia, ma il segno di una tragedi·a per abitanti che non hanno più prospettive, se non 61 Bibliotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==