Nord e Sud - anno XVI - n. 109 - gennaio 1969

Girolan10 Cotroneo - Sebastiano Di Giacon10 che ci può anche trovare consenzienti: ma non è affatto detto che lo Stato sia forte perché accentrato. Vero è che ogg,i, e lo facevamo notare anche prima, criticando la « democrazia diretta», lo Stato ha più che mai bisogno di efficaci organi centrali di coordinamento, ma questo ci pare sia altro dallo Stato a forte centralizzazione burocratica. Lo Stato in effetto, è forte quando è fon•dato sul consenso dei cittadini; e tale consenso p·uò raggiungere solo quando tutti i cittadini, a tutti i livelli, si sentano imp·egnati nella sua am.ministrazione. Ma se l'amministrazione, queHa effettiva, è vista come privilegio di pochi, se tutte le decisioni vengono prese da coinventicole più o meno qualificate all'interno ·dei •partiti, la sfiducia dei cittadini aumenta e la fine della democrazia è prossima. Il motivo di questa crisi non sta quindi, a nostro avv,iso, né nei partiti, né nel siste1na rap·presentativo, quanto invece nell'inaridirsi della passione politica, le cui conseguenze so,no l'indifferenza e l'estremismo, malattie mo,rtali della democrania; e di tutto questo è certamente p1 remessa l'esaurirsi del1 la vita politica ai vertici dello Stato senza ren·dere corresponsabili il maggior numero possibile di cittadini. Il correttivo alla nostra democrazia non è quindi il « no» ai p·artit,i e alle rappresentanze, di cui si fanno p·o•rtavoce le forze estremiste ed eversive, ma un più co,rretto funzionamento del1le istituzioni democratiche, di cui l'esistenza dei partiti è l'unica garanzia: volerli eliminare con l'i]lusio,ne che senza di essi il sistema democratico avrebbe solo da guadagnare non significherebbe altro che, come dice il noto proverbio, gettar via il bambino con l'acqua del bagno. GIROLAMO COTRONEO Una bottiglia piena d'acqua Non sarebbe il caso parlare di una frana verificatasi in un piccolo paese del Mezzogiorno - San Fele - quando c'è da parlare delle inondazio,11i e dei danni assai più gravi che ogni anno funestano l'Italia. E infatti di queste ultime calamità si parla; lo Stato interviene, e dopo un po' di tempo, l'economia delle zo·ne colpite, rianimata dagli i·nterventi pubblici, si riprende. Se però è un paese del S,ud a franare, le possibilità di ripresa sono p•urtroppo molto scarse. Non esistono industrie, l'agricoltura è a conduzio 1 ne ,primitiva; l'economia generale ,del paese, quindi, non risulta danneggiata dal disastro. E poi i cittadini del Su·d ·sono ·pazienti, hanno imparato ad aspettare. Perciò se ne parla poco, soltanto per dame notizia. Un paese del Mezzogiorno vale poco, come poco valgono tanti ,paesi meridionali che aspettano una frana . per scompanre. San Fele è un paese della p1 rovincia di Potenza, con una popolazio·ne residente di 7231 abitanti ed una superficie territoriale ,di 9655 ettari. È situato 60 Bibiiotecaginobianco

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