Nord e Sud - anno XVI - n. 109 - gennaio 1969

Note della Redazione ciale vi sono tenaci incros~azioni di interessi e che questi interessi, molto elettorali e 111-oltolocali, sono legati ai partiti maggiori, i quali perciò si adoperano per il mantenimento delle strutture esistenti. Ma c'è l'opinione pubblica: quale sarebbe prima o poi la sua reazione nei confronti dei partiti che si assumessero la responsabilità di attuare l'ordinamento regionale senza prevenire degenerazioni di tipo siciliano e provocando duplicazioni di co1npiti, confusioni di competenze, appesantimenti burocratici e aun1enti di costi per non .avere saputo o per non avere voluto togliere a certi loro loro esponenti periferici la « gloria» di essere o di poter diventare consiglieri provinciali? Riconosciamo pure che c'è un problema di « ente inter,nedio » fra Regioni e Comuni, 1na diciamo che ci si può e ci si deve orieritare verso una composizione del punto di vista dei repubblicani a questo proposito (figure nuove di consorzi intercomunali, affidando alla Regione il co,mpito di promuoverne la creazione obbligatoria con possibilità di delegare a tali enti propri poteri) e del punto di vista dei socialisti (soppressione dei consigli provinciali e loro sostituzione con un organo composto da un limitato numero di consiglieri regionali e competente solo per le funzioni delegate dalle Regioni o attribuibili per vooazione ad un ente la cui dimensione territoriale sia maggiore di quella del Comune e minore di quella della Regione). Una volta realizzato il realizzabile avvicinamento della posizione socialista a quella repubblicana, sulla base della soppressione degli attuali consigli provinciali e della precisazione del tipo di « ente intermedio » che può assolvere a talune delle funzioni cui oggi assolvono le province, quelle non convenientemente trasferibili alle regioni, la DC, qualora volesse insistere sulla formula del « perfezionamento », rimarrebbe isolata di fronte alla pubblica opinione: in quanto responsabile di volere .attuare le Regioni senza le garanzie che la pubblica opinione reclan1a. A questo punto, è probabile che la DC accetti l'a soluzione prospettata dei repubblicani e dai socialisti, rassegnandosi a rinunciare alle mediocri posizioni di potere detenute dai suoi numerosi consiglieri provinciali; i migliori dei quali potrebbero comunque diventare consiglieri regionali: gli altri, n1eglio perderli che trovarli! Le "gabbie salariali " Come è noto, nel mese di aprile del 1968 le organizzazioni sindacali della CISL_, della UIL e della CGIL hanno ufficialmente disdetto, con qualche mese di anticìpo rispetto alla sua scadenza, l'accordo intervenuto nel 1954, e rinnovato• nel 1961, tr.a organizzazioni sindacali e Confindustria, accordo riguardante l'articolazione territoriale dei minimi salariali. In base a tale accordo, l'intero paese era stato suddiviso in 7 zone sala52 Bibiiotecaginobianco

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