I Consorzi e Federconsorzi della stessa ,organizzazione, ,con lo specifico obiettivo di ristabilire un corretto rap-porto di indipen 1denza dei Consorzi Agrari nei confronti ,della Federazione, per poi restituire il tt1tto alla gestione ordinaria. A mio parere questa seconda soluzione è perseguibile non meno della prima e presenterebbe degli indubbi vantaggi, SL1iquali, a conclusione di questa nota, conviene i11sistere. Ogni qual volta si rimprovera agli agricolto,ri l'inerzia .dimostrata nella promozione della propria organizzazione economica, nonché una certa diffidenza verso il Governo e l'interve,nto pubblico, no11 posso fare a meno di pensare che l'esp·erienza passata fornisce agli agricolto,ri ampie giustificazioni per questo atteggiamento. Quando·, agli inizii del secolo, cominciarono a sorgere i Consorzi A·grari, cioè a dire si misero le basi per la costruzio,ne della organjzzazione economica dell'agricoltura italiana, i successi conseguiti grazie agli sforzi 1 dei nostri produttori costituirono esempio per gli agrico.Jtori ,di altri paesi europei. Che il fn1tto di questi sforzi sia stato colto ,da altri è solo in minima parte da attribuirsi alla colpa ,dei produttori, ma piuttosto va addebitato alle vicende politiche del nostro paese ed agli interessi di certi gruppi che alle stesse· vicende politiche erano legati. Attualmente si torna ad insistere sulla necessità dell'organizzazione economica e si fanno leggi, come quella sulle associazioni per i prodotti ortofrutticoli, che .facendo gran confusione tra funzioni ed interessi diversi si preoccuipano solo della distribuzione di denari, ed incoraggiano perciò la costituzione di associazioni ibride che hanno tro1 ppo spesso il solo scopo di ricevere questi denari. Si ottiene così il doppio risL1ltato di scuotere la fiducia dell'agricoltore nell'organizzazione economica, e di rafforzare la posizione spesso traballante di gruppi ed interessi che con l'agricoltura hanno poco a che fare. Una volta poi creatasi una situazione insostenibile, si pensa di ricorrere alla pubblicizzazione, dando, 11uovo impulso a quel tipo di intervento paternalistico fin qui sempre seguito, e cl1e h·a dimostrato tutta la sua forza diseducativa e disgregatrice. A que1sto punto mi pare necessario domandarsi se non co11venga considerare adulti gli agricoltori e •dar loro fiducia, restituen,do nelle lo,ro mani uno strumento importante come quello della· organizzazione federconsortile. In fondo se è vero che molto• danaro pubblico è stato assorbito da questa organizzazione, è anche vero eh~ essa è frutto dei non trascurabili sa,crifici ,degli agricoltori e che 47 Bibliotecaginobianco
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