I Consorzi e Federconsorzi favore di un maggiore sforzo nel campo della po,litica delle strutture, mentre, dall'altra parte, ci si orienta per una sempre maggiore respo,nsabilità delle associazioni dei produttori per quanto riguarda il coordinamento del mercato. Il nostro Piano quinquennale ,di sviluppo fa esplicito riferimento, per esempio, all'autogo,,erno ed al controllo del mercato da parte dei produttori. In altre parole, poiché non si può disconoscere l'in1portanza che l'organizzazione federconsortile ha avt1to, e potrà avere, nel cam·po degJli interventi sul m,ercato, vi è da don1andarsi se come alternativa alla pubblicizzazione, e quindi al potenziamento degli strumenti operativi dell'intervento pubblico, non si possa configurare una riforma della Federconsorzi che porti ad un potenziamento dell'organizzazione economica dei produttori, così che quest'ultima possa esplicare una più estesa opera di regolazione dei mercati in situazioni normali; e costituisca lo strumento dell'intervento pubblico in quei casi estremi in cui quest'intervento sarà necessario. Se la rifo,rma della Federconsorzi e dei Consorzi Agrari è inquadrata nell'ambito ,di questa alternativa, non può che ripetersi come la politica agraria nazionale e comu11itaria si orienti, almeno a parole, verso la se,conda soluzione. Per cui il caso ,del1a Federconsorzi può rappresentare l'occasione per dimostrare se si vuol veramente passare dalle parole ai fatti. 4. Un'altra possibile soluzione sarebbe quella di trasfo,rmare l'organizzazione federconsortile nello strumento operativo degli Enti di Svil11ppo. Questi Enti verranno fatalmente ad ass11mere un'importanza sempre crescente con l'applicazio·ne dell'ordinamento regionale; ed è evidente che le loro attuali dimensio11i non sempre so,no adeguate ai nuovi compiti. Anche in questo ,caso sorgono però delle perp.Iessità, riguar-do alla co•nvenienza di trasferire l'organizzazione federco,nsortile agli Enti di Svilu·ppo. Questi Enti sono nati dall'assorbimento dei vecchi Enti di Riforma, e quindi di quel gruppo di tecnici che, più che fare la riforma, aveva trasformato in azio,ne ope1 rativa j pia11i formulati da al,tri. Si tratta perciò in molti casi di una burocrazia non sempre preparata ad impostare quel tipo di lavoro veramente nuovo di sviluppo regionale che dovrebbe competere agli Enti. Ora, con l'assorbimento del p,ersonale della Federconsorzi e dei Consorzi Agrari v-errebbe ad entrare negli Enti di Sviluppo una folta schiera .di persone certamente abili e capaci, ma ·p·robabilm,eì1te riù preparate a.d un certo tipo di attività commerciale (la 39 Bi biiotecaginobianco
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