Nord e Sud - anno XVI - n. 109 - gennaio 1969

La crisi dell'Euratom canza cli un obiettivo industriale comune, senza il quale non ha senso parlare di una iricerca comune, le inteJ:1ferenze non controllate dei vari gruppi industriali tendenti a togliere vitalità e attualità ad un'azione comunitaria; la debolezza della Commissione; la cattiva scelta dei funzionari anche di gra.do più elevato; lo slittamento della politica della ricerca da un'attività « comune » al ripiego dei « contratiti di associazione ». Già nel 1965 scrivevamo che la soluzione del problema non può venire dall'interno della Comunità, da comitati di esperti ed altrettali espedienti, ma solo dall'esterno, cioè da una soluzione politicamente ricercata e politicamente negoziata dai sei governi e così esplicitamente concludevamo: « Le mezze misure, i compromessi, le posizioni di stallo più o meno prolungato, mal si adattano ad un'organizzazione tecnico-scientifica operativa, che impegna per un centinaio di milioni di dollari all'anno le finanze dei paesi membri. O la soluzione passerà per un rilancio politico, sostenuto da volontà politica ed in senso francamente federativo, ovvero è meglio tiname quanto più presto è possibile Ie necessarie conclusioni. È inutile, venuto che sia a scadenza, tra pioco più di due anni, il secondo programma quinquennale ,di ricerca, far vegetare un'organizzazione oramai pesante e burocratioa, solo per ridistribuire il danaro che riceve a coloro che lo hanno erogato. Si abbia il coraggio di porre in -liquidazione ciò che si può liquidare e ciascuno si paghi le ,sue ricerche con i propri mezzi. Il che - si badi - non significa dire che non si possa conservare una ragionevole coordinazione e integrazione di taluni programmi di ricerca, attuata su base di contatti cliretti da parte dei responsabili delle organizzazioni nazionali e con una modesta e riclimensionata organiz2iazione comune, che resti .come il seme, che speriamo fecondo, per tempi migliori » 7 • Ora siamo nel 1968. Il secondo piano quinquennale, venuto a scadenza nel 1967, è stato condotto avanti :fiaccamente e non è stato sostentato né da volontà politica, né da aspettative di mirabolanti scoperte scientifiche, essendo da tempo venuta a mancare ogni fiducia nelle prospettive dei progr,ammi comuni. È seguito un anno di attesa, con :finanziamento provvisorio, che ha soltanto ritardato la crisi degli uomini ma non quella dei programmi e delle ricerche. Ad aggravare la .situazione, si è inserito di recente anche un fattore tecnico che rischia di sgretolare uno dei pilastri sui quali si poggiavano le speranze •di trovare nuovi contenuti all'azione comu7 F. IPPOLITO, L'ora della verità per l'Euratom « Comunità», fase. 132, 1965. 33 BibliotecaGino Bianco

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