Nord e Sud - anno XVI - n. 109 - gennaio 1969

Felice Ippolito tre prevalse in seno alla ricerca comune la politica personale dei vari responsabili del settore. Fu solo per l'azione del Presidente Hirsch che si poté evitare il naufragio del primo successo apprezzabile, anche se isolato. Tra le spese previste per il programma di ricerca prevaleva la ricerca condotta in uno stabilimento comune, la cui sezione principale fu istituita, come è noto, a Ispra. Ma le tendenze centrifughe emerse in seno alla Comunità hanno sovvertito quest'ordine di pri'Orità, stabilito dal trattato, diminuendo sempre più lo sforzo condotto nel centro comune ed aumentando invece quello più disper- · sivo, svolto attraverso la stipulazione di contratti di associazione con organizzazioni governative o private degli Stati membri: una forma che evidentemente meglio si prestava a soddisfare interessi particolaristici e nazionalistici. Il sistema, in altri termini, si risolse in una protezione e in una concessione di aiuti, a spese comunitarie, verso i programmi che meno necessitavano dell'intervento comunitario, ma che disponevano di sostenitori più forti e più ascoltati: in pratica nel rafforzamento del programma francese e, in seconda i,stanza, di quello tedesco, e nell'indebolimento di quelli degli altri membri della Comunità. La situazione migliorò neH'ambiito del secondo programma quinquennale di ricerca, dove la ripartizione tra ricerche comuni e contratti di associazione venne spostata su un rapporto paritario. Ma non per questo cessarono le polemiche e i contrasti sulla ripartizione dei fondi tra i vari contratti di associazione, rivelando una situazione di aperta rottura tra i singoli punti di vista nazionali e le forme e i modi dell'azione comunitaria nel campo delila ricerca. Per 1di più, mentre si aggravava questa diatriba, le industrie nucleari della Comunità, intuito il maturare dei tempi, iniziavano, al di fuori di qualunque coordinamento, la loro avanzata nel settore nucleare, tagliando ,fuori, per così dire, l'Euratom che avrebbe dovuto rappresentare l'elemento propulsivo e coordinatore dell'industria. Da allora la situazione è andata sempre più aggravandosi, fino a giungere agli avvenimenti del 1965, che hanno aperto·Ja crisi finale, di cui oggi si tenta ancora •di non prendere atto e sul1a cui gravità già fu richiamata l'attenzione dei 1 lettori di questa rivista nel fascicolo 129 (agosto 1965). Le ragioni di questa crisi sono molte e possono essere in vari modi raggruppate e interpretate, ma in sosnanza si riducono a una sola, alla mancanza di volontà politica da parte dei sei governi o comunque all'esistenza di disegni politici contrastanti. È infatti da questa -carenza che dipendono: la man32 BibliotecaGino Bianco

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