.. Felice Ippolito per qu·anto riguarida i suoi riflessi sulla vita delLa Comunità atomica. Si è detto da più parti che l,a situazione industriale all'epo,ca de1la stipula del trattato era ·tale d,a non configurare interessi precostituiti che potessero esercitare azioni eversive sull'attività co·munitaria: questo punto di vista va decisamente confutato. Come infatti chi scrive ha già avuto occasio11e di mettere altre volte in rilievo 6 , esistevano in Italia gli inte·ressi della grande in,dustria el,ettrop,ro,duttrice, allo·ra non ancora nazionalizzata e tutt'altro che rassegnata ad accettare la nazionalizzazione, che avversava decisamente un'azione autoritaria n,el settore nucleare poiché vedev1 a nel coo,rdiname·nto e nell'unificazione impliciti nell'applicazione del trattato il v·eicolo di tesi pubblicistiche nel campo della pro1duzione e distribuzione di tutta 1'energia elettrica. Infine v'è ,da tener co·nto delle tendenze allora .do,minanti in seno alla grande indu·stria elettromeccanica tedesca, rap·prese.ntata da nomi quali ,l'AEG, la Sie·mens e la Krupp, e che vedeva non senza chiarezza nella fo,rmazione ,di un interv,ento comunitario nel ·settore nucleare un ostaco 1 lo al proprio, futuro ,predominio, nel settore. Pericoli anti--comunitari era,no inoltre id·entificabili anche nei palesi legami finanziari intercorre·nti tra l'industria oland-ese e quella britannica, tanto da p,oter conclu,dere con una valutazione generalmente negativa circa l'apporto ,dato dall'industria europea al successo della politjca nucleare comunitaria. Questo, spiega forse in parte perché nessuna azione ·comu·nitaria sia stata neanche tentata ne1 settore del coordinam·ento degli investimenti. La mancanza di informazioni, che la Commissione Esecutiva po,teva pretendere in base ·al trattato·, ma che non pervenivano a,d ·essa per mancanza di buona volontà da parte degli operatori economici o ad,dirittura per l'inesistenza di ,dati sugli investimenti i,ndustriali dei singoli paesi, fu infatti paralizzante p,er gli organi comunitari. Tipico, è il caso .dell'Italia, dove decisio 1 ni come l'acqui~ sto della centrale nucleare di Latina, ad opena del gruppo ENI, ve11ne appreso d,al governo e dai responsabili della politica nucleare solo a ·cose co,mpiute e dove fu intrapresa la costruzion·e della cen•- trale elettronucleare ,di Trino Vercellese, ad opera della Edisonvolta, in assenz 1 a di un decreto di autorizzazio,ne del Mi,nistro competente, come si richiede per im,pianti imp1 licanti non trascurabili pro,blemi di sicurezza. 6 Cfr. i miei scritti raccolti nei volumi: L'Italia e l'energia nucleare, già cit.; Energia, ricerca scientifica e piano di sviluppo, Firenze, 1962; Tappe per l'unità europea, Roma, 1961; La politica del CNEN, Milano, 1965. 30 Bibiiotecaginobianco
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