.. I La crisi dell'.Euratoni · l'integrazione atomica dell'Europa come iil problema più im·portante e più faciile da risolvere. Il fatto che si trattasse di una tecnologia ai suoi esordi (essi pensavano e a torto) offriva il vantaggio della man,canza di posizioni nazionali trop·po impegnate o difficili da conciliare. Questo, purtroppo, significava dimenticare il lato essenzialmente .poilitico di tutto ciò che attiene all'energia dell'atomo, il cui aspetto militare già governava il mo11 1do e il cui aspetto industriale lo avrebbe dominato, forse venti o trent'an11i do1 po·. I ,protagonisti del progetto non tardarono- ad accorgersene sin ,dalle prime ,discussioni di Bruxelles, ,durante le quali fu proposta per la futura or,ganizzazion,e europea ila denomi11azione di « Euratom ». Un terzo elemento si inserì prima della firma de1 trattato, nel panorama europeo, ·ad influenzare la valutazione politica dei frutti potenziali che sareb 1 bero potuti derivare dalla collaborazione nucleare euro 1 pea: la crisi ,di Suez. L'eccezionale circostanza, che po·neva in termini drammatici il proble·ma della continuità e ,dell'indipendenza •dell'app·ro·vvigionamento energetico europeo, indusse i governi che sedevano al tavolo delle trattative di Bruxelles a nominare un Comitato composto da tre ·esperti ad altissimo livello - l'italiano Giordani, il francese Armand e il tedesco E tzel -, cui venne demandato l'incarico ,di formulare u11 program1na indicativo di installazione di centrali elettronucleari in Europa, che rappresentasse il punto •di incontro tra l'esigenza .di un sicuro app,rovvigionamento e11ropeo di energia elettrica e l'onere economico so•pp-ortabile i11 ragione del valore politico di una simile garanzia. I Tre Saggi, co,sì vennero chiamati, dopo una serie di incontri con gli ambienti interessati dei sei paesi, nonché degli -Stati Uniti, della Gran Bretagna e del Canada, fissarono• t1n obiettivo di ·produzione elettronucleare che l'esperienza successiva dimostrò am.piamente eccedente le reali esigenze .dell'economia energetica europea. Il loro rap-po,rto stabiliva infatti in 15.000 MW, pari all'incirca a 100 centrali elettronucleari delle dimensioni a quel tem1 po considerate come ottimali, la potenza elettronucleare da installare in Europa entro il 1967; questo obiettivo avrebb 1 e permesso, secondo il rap1 po1 rto, di stabilizzare le ·imp,ortazioni di combustibili tradi~ zionali, e sop1 rattutto ,di •petrolio, al livello che queste avrebbero prevedibilme·nte raggiunto nel 1963 qualora non fosse intervenuta la fon te nu1oleare. C'è da d·ire, a difesa dell'operato -dei Tre Saggi, che le loro valutazioni furono largam·ente influenzate d-alle tendenze dominanti a 27 Bibiiotecaginobianco
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