Essere socialisti è difficile bero dovuto essere ferventi ,difensori del oolonialismo, dal momento che questo assicurava loro un più alto tenore di vita. Tale rilievo conserva oggi la sua validità. Di più, v'è da osservare che la forza dirompente del Terzo Mondo affamato e depresso minaccia non solamente i paesi dell'area capitalistica, ma anche quei paesi dell'area socialista che hanno raggiunto un avanzato livello di sviluppo (il dissidio russo-cinese va visto anche sotto questa angolazione, né va din1enticato lo scontento dei cecoslovacchi per avere dovuto sacrificare un più alto tenore di vita all'obbligo di sostenere lo sforzo di guerra del Vietnam). D'altra parte, lo stesso Lelio Basso, che pure non manca di ravvisare nei paesi del Terzo Mondo « una grande forza contro l'imperialismo », dichiarava, al I Congresso Nazionale del PSIUP, che « per indirizzare questa potenza d'urto in una direzione socialista, non a parole, ma nei fatti, occorre la presenza attiva sia dei paesi socia1listi, sia del movimento operaio dei paesi capitalistici avanzati ». Il che è piu faci'le da dire, che da fare. *** Quello di Basso era, per l'appunto, il discorso che a Napoli si attenrl\.,va con maggiore interesse. Basso non è soltanto un vecchio militante socialista, è anche un uomo di cultura e di intelligenza; ed è tra i pochi che hanno sempre insistito sulla necessità dell'approfondimento teorico, per un partito socialista moderno, quale premessa per la definizione di una seria prospettiva strategica. Ebbene, l'analisi che Basso ha fatto della situazione italiana (no,n ha parlato, forse deliberatamente, della situazione internazionale, rispetto alla quale il suo dissenso con la maggioranza dei] partito è anoora più netto) è molto interessante; soltanto, si ha l'impressione che, arrivato a un certo punto, egli si rifiuti di procedere oltre, forse perché le conclusioni cui il discorso porterebbe non gli piacciono; e in mancanza di meglio elabori una soluzione astratta, che ha pera1 tro il pregio di essergli congeniale. Che cosa ci ha detto, Basso? Ha cominciato col criticare duramente la relazione di Vecchietti, denunciando l'immobilismo della direzione del partito (e, sia pure implicitamente, il suo atteggiamento filosovietico). Ha accusato Asor Rosa di essere fuori ·della realtà, quando rifiuta i cosiddetti « obbiettivi intermedi ». Ha polemizzato con l'a!la «contestatrice», rilevando come un movimento rivoluzionario serio non possa fare a meno dell'organizzazione; affermazion.e che non può certo stupire, considerato che fin dal 1946 19 Bibliotecaginobianco
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