Nord e Sud - anno XVI - n. 109 - gennaio 1969

Rosellina Balbi potenziale rivoluzionario cl-ella classe operaia occidentale sarebbe intatto. Il problema consistere·bb-e n-el liberarsi tanto dei modelli logori (come quello stalinista), quanto dei mo·delli romantici (co-me quello cubano), e soprattutto nel dare contenuti politici alla lotta sindacale (e qui risuonano echi della concezione· anarco-sindacalista). Soprattutto, ha d·etto Foa, non bisogna lasciarsi intimidire dallo spauracchio della •crisi economica o da quello del fascismo, che sono appunto gli spauracchi agitati dalla « socialdemocrazia » per giustifica,re i propri ,cedimenti. Si potrebbe 1dedurre, -da questo discoirso, che a giudizio di Foa il pericolo di un rito·rno fascista non esiste. E tuttavia egli ammonisce, subito do,po, rche non bisogna iLlu,dersi che non vi saranno « reazioni vi1olente » da parte della bo,rghesia italiana. Non solo: ma ricorda quello che, secon,do lui, ci si deve aspettare dagli americani: « se no·n si riga diritto, si finisce c-ome in Gre,cia ». E allora, come può sostenere che « una prospettiva rivoluzionaria è realistica »? S-e il grande capitale - che oggi opera a livelVo internazionale - non è dispo·sto ad arrendersi senza ricorrere alla violenza; se l'imperialismo· americano ha semp·re p1ronta la soluzione dei colonnelli; se nojn si può contare sulil'appo,ggio sovietico, visto che « la coesiste,nza pacifica è definita dall'ordine interno ·ai du-e blocchi e dalla disciplina verso- la potenza dominante » ( e l'Italia si trova per l'appunto• nella sfera di dominio americana); allora non si comprende bene quali siano le possibilità di successo delle lotte rivoluzionarie ,di massa, a salti successivi, auspicate da Foa; c'è anzi da temere, st1lla base dell,a sua stessa analisi, che la classe lavoratrice andrebbe inco-ntro ad una vera ,e pro·pria catastrofe. Quanto a Libertini, egli ha se non altro il merito di avere affermato che bisogna avere il coraggio di sce·gliere tra due concezio·ni dell'internazionalismo .socialista. La prima sostiene la priorità del momento statale, rivendicando all'Unione Sovietica la funzione di guida del movimento operaio internazionale. La seconda punta sullo sviluppo o·rizzontale della lotta di classe attraverso gli Stati. Per Libertini, la prima co-ncezione è da respingere: « come può la politica di uno Stato, sia esso il m:aggiore e il più ,potente, il pit1 progr,essivo, del mondo, contenere in se stessa la risp·osta valida ai mille. pro·blemi e ai •profondi m,oti che insorgo,no in ogni parte del mondo? Una co·ncezione della politica internazionale dominata ·dal rapp-orto tna Stati ha necessariamente un carattere -st_atico, conser14 Bibiiotecaginobianco

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